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Cronaca

Coronavirus, 130 genitori scrivono al sindaco Nardella: "Mezz’ora d’aria per i nostri bambini"

Una lettera-petizione pone il problema della gestione dei più piccoli durante l'emergenza

Centotrenta genitori hanno scritto una lettera-petizione al sindaco Dario Nardella per chiedere almeno mezz'ora d'aria per i loro bambini. La lettera, che pone il problema di come gestire i bambini in piena emergenza da Coronavirus, sta facendo il giro del web ed è stata pubblicata da La Repubblica Firenze.

Ecco il testo integrale della lettera.


"Egregio signor Sindaco, siamo un gruppo di genitori. Siamo preoccupati del fatto che nessuno si sia posto seriamente il problema dei bambini. Rispettiamo il diritto che avete riconosciuto ai cani di poter espletare i loro bisogni fisiologici in ripetute passeggiate nel corso di una giornata. Pretendiamo che le istituzioni diano una risposta chiara alla ragionevolezza e proporzionalità di provvedimenti emergenziali che “sembrano” vietare ai bambini di uscire anche solo per una mezz’ora. In questi giorni ci siamo impegnati a essere cittadini responsabili, nel rispetto scrupoloso delle disposizioni che l’emergenza sanitaria in atto ha imposto. L’inasprimento delle misure restrittive sulla circolazione delle persone adottato negli ultimi giorni ci rende consapevoli che questo stato di cose rischia di durare ben oltre il prossimo 3 aprile".

"Per accettare questo divieto necessitiamo di una riposta ragionevole. Ci riferiamo ai nostri bambini che hanno la fortuna di vivere in un contesto familiare sano e sereno e non hanno disturbi particolari (si pensi a bambini affetti da autismo) né patologie, ma pensiamo soprattutto a tutti i bambini che vivono in condizioni di disagio di vario tipo (anche abitativo). Siamo disorientati dall’attuale comunicazione istituzionale che sul punto è generica. Il diritto esiste per dare certezza alla vita dei cittadini, se il diritto è incerto diventa incerta la vita dei cittadini. La nostra intenzione non è certo quella di minimizzare, né quella di abbassare la soglia di attenzione. Proprio per questo chiediamo una risposta delle istituzioni capace di distinguere tra effettive situazioni di pericolo e situazioni di nessun pericolo che devono essere espressamente regolamentate".

"Non siamo esperti e non vogliamo sostituirci a chi ha le competenze per dare le indicazioni necessarie in questo momento. Riteniamo sia discutibile, però, la raccomandazione di inibire ai bambini ogni possibilità di uscire di casa per fare una passeggiata all’aperto e non per creare assembramenti. Se deleghiamo alla responsabilità dei proprietari di cani un corretto comportamento, a maggior ragione la stessa responsabilità può essere pretesa da, e accordata a, genitori di bambini che hanno tutto l’interesse a preservare la salute dei propri figli, la propria e l’altrui. Su questo chiediamo una riflessione approfondita di persone competenti che appronti misure per consentire ai bambini di poter uscire di casa a “sgranchirsi le gambe” (e non certo a tornare a giocare nei parchi), per evitare che questa emergenza produca effetti sul loro equilibrio psico-fisico. L’Oms ha recentemente raccomandato sia agli adulti sia ai bambini, là dove possibile, di continuare a fare brevi passeggiate, mantenendo ovviamente la distanza di sicurezza. Chiediamo quindi che il sindaco adotti uno specifico protocollo di comportamento che consenta alle famiglie di assicurare quotidianamente un tempo minimo all’aria aperta per i bambini. Ci sembra tanto più urgente vista l’assenza, negli ultimi decreti in materia di un preciso riferimento alla questione".

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