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Cronaca

Coronavirus, Nardella: “Possibile deficit del Comune fino a 135 milioni di euro”

Il sindaco invoca stanziamenti dal governo: “Istituire un fondo speciale per le città a vocazione turistica”

Un deficit di oltre 100 milioni di euro. Potrebbe essere questa, dopo l'emergenza sanitaria e la tragedia della conta dei morti, la conseguenza economica dell'emergenza coronavirus per le casse di Palazzo Vecchio.

“Ad oggi, senza considerare ulteriori interventi di governo o dell'Unione europea, è plausibile per il Comune un deficit compreso tra i 110 e i 135 milioni di euro”, dice senza giri di parole il sindaco Dario Nardella, nel primo consiglio comunale on line trasmesso questo pomeriggio in streaming su Youtube, con consiglieri e primo cittadino collegati da casa.

“Le città a vocazione turistica come Firenze soffrono più di altre” una situazione di sostanziale “azzeramento del turismo”, ha sottolineato Nardella, in un accorato discorso di oltre un'ora nel quale ha chiesto al governo immediati stanziamenti economici a favore dei Comuni.

“Non facciamo confusione. I 4,3 miliardi annunciati nel week end sono una anticipazione, dal Fondo di solidarietà, di soldi che sarebbero comunque andati ai Comuni”, precisa Nardella, che invoca un “fondo di 5 miliardi per i Comuni”, un ulteriore “fondo speciale per le città a vocazione turistica come Firenze”, ma anche la possibilità di “utilizzare l'avanzo di bilancio di cui disponiamo e la riduzione del fondo crediti di dubbia esigibilità”.

Nel caso di Firenze questi ultimi due punti, da soli, varrebbero circa 30 milioni. E poi “siamo impegnati con le banche Intesa San Paolo, Bei (Banca Europea per gli Investimenti, ndr) e Cassa depositi e prestiti per la rimodulazione delle rate dei nostri mutui”. Cosa che potrebbe consentire di trattenere, per il 2020, qualcosa come 50 milioni, calcola il sindaco.

Denaro di cui c'è disperato bisogno. Perché il ko del turismo e di tutta l'economia ad esso collegato peserà moltissimo. Per avere un'idea basta pensare che il bilancio 2020, prima del coronavirus, prevedeva 49 milioni di entrate dalla tassa di soggiorno (pagata dai turisti), 18 milioni dai ticket dei pullman turistici, 7,5 milioni dai biglietti dei musei: solo queste tre voci fanno 74,5 milioni di euro.

Il sindaco ha poi ricordato il rinvio delle tasse locali (Tari, Cosap, la stessa imposta di soggiorno) e, naturalmente, lo stop ad altre entrate del Comune, come potevano essere le rette per le mense scolastiche, i servizi museali, gli asili. Anche questi provvedimenti che annullano introiti normalmente previsti. Poi ci sono le entrate dai biglietti del trasporto pubblico locale, letteralmente crollate come è facile immaginare.

Quanto ai 400 milioni annunciati da Conte per le famiglie in difficoltà, a Firenze arriveranno circa 2 milioni. “Li destineremo - spiega Nardella -, a persone già seguite dai servizi sociali, ai 'nuovi poveri' come lavoratori che si sono trovati senza impiego e partite iva di piccole aziende e agli 'invisibili', chi viveva di espedienti o lavoro nero”. Metà del fondo sarà elargito tramite Caritas e Banco alimentare, mentre l'altra metà sarà “attribuita direttamente alle famiglie”.

Il ritorno alla normalità sarà lento e non potrà prescindere da cambiamenti anche radicali. “Il centro storico finora è stato dipendente in gran parte dal turismo. Per il futuro servirà - dice il sindaco -, un piano di ripopolamento" per arrivare ad avere "nuova residenza”. Che giovi anche all'economia cittadina. Superare, insomma, l'overtourism e le sue conseguenze. Come tanti già proponevano anche prima del coronavirus.

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