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Cronaca Scandicci

Casa, 500 persone beffate: la cooperativa Unica verso il crac

Centinaia che hanno acquistato l'appartamento rischiano di non avere mai le chiavi. Donzelli: "Frutto delle commistioni col Pd"

Rischiano di perdere la casa che hanno acquistato con tanti sacrifici, affiliandosi ad una delle realtà più note. I soci della cooperativa Unica che ancora non hanno firmato l'atto dal notaio per l'acquisto dell'abitazione (il rogito) potrebbero non entrare mai nella casa che hanno anche già finito di pagare. E' la conseguenza del crac che sta vivendo la cooperativa nata nel 1996, che all'orizzonte vede lo spettro della liquidazione coatta.

La cooperativa vive infatti una grave crisi di liquidità, sulla quale pesa il macigno del contenzioso con il Comune di Scandicci, che ha imposto sanzioni a carico di Unica rea, secondo l'amministrazione, di aver accresciuto il costo di cessione degli alloggi dei complessi residenziali realizzati a Badia a Settimo e Cerbaia. La crisi di vendita ha poi fatto il resto, con molte persone che hanno chiesto indietro i soldi versati per divenire soci e diventare proprietari di un appartamento. Soldi che la cooperativa non è più riuscita a restituire.

Sulle sanzioni imposte dal Comune - circa 15 milioni di euro - pesa ancora il ricorso presentato da Unica. Nel frattempo, però, la liquidazione coatta è l'unica alternativa al fallimento. E intanto, sono quasi 500 gli appartamenti costruiti che rimarranno senza proprietario, fra quelli già in via di realizzazione o in programma. 

Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Giovanni Donzelli: "Le commistioni fra cooperative e Partito democratico stanno provocando ancora una volta, nel caso del crac che sta vivendo Unica, pesanti ripercussioni ai danni dei cittadini onesti - ha detto - le amministrazioni si muovano prima di tutto per salvaguardare le persone che avevano già acquistato una casa divenendo soci della cooperativa, e poi sono rimasti con un palmo di naso". Donzelli ha rilevato anche "la curiosa presenza, nel Cda di Unica, di Paolo Caldesi, dirigente regionale per la Tutela del consumatore". "Una beffa nella beffa", ha sottolineato.

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