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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico

Sant’Orsola coperto di banconote finte. Cercando quelle vere per il recupero | FOTO

Dollari americani coprono intere facciate dell’ex convento grazie all’idea del praghese Vaclav Pisvejc. Il comitato Insieme per San Lorenzo: “Basta rimpalli di responsabilità, recuperiamo l’area”

Sant’Orsola di nuovo coperto di dollari, grazie all’artista ceco Vaclav Pisvejc, che negli scorsi due giorni, salito su piattaforme mobili assieme ad un paio di operai, ha ricoperto le mura dell’ex convento di finti bigliettoni verdi americani. L’iniziativa mira a riportare l’attenzione sull’immenso complesso edilizio, oltre 40mila metri quadri, abbandonato da decenni nel cuore di San Lorenzo.

“Vaclav ha notato il Sant’Orsola diversi anni fa, visitando Firenze – spiega Massimo Moresi, del comitato Insieme per San Lorenzo -. La sua è una provocazione, un invito a trovare finalmente i soldi per far partire il recupero dell’immobile”.

L’artista dall’impalcatura conferma ironico: “Sto prendendo possesso del Sant’Orsola - scherza -. Se non si muovono le istituzioni me ne occuperò io”. Turisti e curiosi si fermano a guardare, molti scattano fotografie, che su internet ci mettono poco a fare il giro del mondo. “L’opera di Vaclav è utile anche per questo – continua Moresi -. Speriamo che le istituzioni, spinte da queste tristi immagini di abbandono e incuria, siano spronate a trovare una soluzione ad una condizione che danneggia tutto il quartiere”.

La Provincia ha presentato in passato un progetto di recupero che prevede, tra le altre cose, una piscina, una piazzetta pubblica, la sede del liceo artistico, spazi espositivi, servizi pubblici e uffici. Tutto si è poi di nuovo interrotto per gli scavi di ricerca dei resti della Monna Lisa. Ad oggi continuerebbero a mancare i soldi, anche se, dopo il recente fallimento dell’ultima ipotesi di project financing, sembra essere spuntato un nuovo possibile finanziatore.

Ex convento Sant'Orsola ricoperto di dollari


“Ma qui non vogliamo nessun centro commerciale né alberghi di lusso, devono essere confermati spazi pubblici e servizi per i residenti”, tuonano dal comitato.

Il complesso architettonico del Sant’Orsola, strutturato su più piani tra via Guelfa, via Panicale, via Taddea e l’omonima via S. Orsola, risale al 1300. Convento per cinque secoli, divenne sede della manifattura tabacchi nell’ Ottocento, passando poi alla Guardia di Finanza e infine di proprietà demaniale. Adesso è nelle mani della Provincia. I rimpalli di responsabilità tra quest’ultima e il Comune sono all’ordine del giorno. E intanto son passati quarant’anni in una situazione, questa sì, di vero degrado e abbandono.

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