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Cronaca

Consip, i carabinieri alla pm: “Ha una bomba in mano, arriviamo a Renzi”

Così Scafarto e il colonnello Ultimo si rivolsero alla procuratrice di Modena, ascoltata dal Csm

"Dottoressa, ha una bomba in mano. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi". Con queste parole il capitano del Noe Giampaolo Scafarto e il colonnello Ultimo si rivolsero alla procuratrice di Modena Lucia Musti nell'estate del 2015, in differenti incontri, secondo quanto riferito dalla stessa Musti lo scorso 17 luglio di fronte al Csm, il Consiglio superiore della magistratura.

I contenuti dell'audizione sono rimasti sotto riserbo fino a ieri, quando il Csm li ha inviati alla procura di Roma, che indaga su Scafarto, accusato di falso e rivelazione di segreto nell'ambito del caso Consip.

Nella primavera del 2015 la procura di Modena iniziava ad indagare sulla coop Cpl Concordia, in un'inchiesta aperta in precedenza dalla procura di Napoli e poi trasmessa a Modena: negli atti di quell'inchiesta c'era anche la conversazione tra Matteo Renzi e il generale della guardia di finanza Michele Adinolfi.

La procuratrice di Modena Musti ha descritto al Csm Scafarto e Ultimo "spregiudicati e presi da un delirio di onnipotenza". Scafarto e Ultimo, riferisce Musti, come riportato da Repubblica e Corriere, parlarono a Musti di “due bombe”, una era l'inchiesta sulla coop Cpl Concordia e l'altra era appunto il 'caso Consip'.

Nei prossimi giorni proseguiranno le audizioni di fronte al Csm. Ieri intanto è arrivata un prima sentenza: l'ex dirigente Consip Marco Gasparri ha patteggiato 20 mesi di carcere, con l'accusa di avere intascato mazzette per 100mila euro dall'imprenditore Alfredo Romeo, arrestato il 1° marzo 2017 scorso per corruzione e tornato libero il 16 agosto scorso.

Secondo l'accusa, respinta da Romeo, lo stesso Romeo avrebbe corrotto Gasparri per avere informazioni sugli appalti della centrale pubblica per gli acquisti, compreso un maxi appalto da 2,7 miliardi intorno al quale ruota la vicenda Consip.

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