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Cronaca

Concorsi truccati, a Novoli poco stupore: “Funziona così”

Disincanto tra gli studenti. E un ricercatore: “Chi si stupisce? Mi fa sorridere”

Molti ci sono “rimasti male”, ma in pochi si dicono stupiti. Così reagiscono gli studenti universitari fiorentini di Giurisprudenza, nelle aule di Novoli, in merito alla 'concorsopoli' che sta sconvolgendo il mondo accademico in queste ore. Ieri in tutta Italia sono finiti agli arresti domiciliari 7 docenti universitari, altri 22 sono stati interdetti dall'insegnamento per un anno. Tra questi ultimi c'è Roberto Cordeiro Guerra, docente di diritto tributario a Firenze.

“Sì, frequentavo le sue lezioni. In Italia le cose funzionano così, ma quando succede a un tuo professore fa più impressione”, dice Martina, 5° anno, mentre slega la bicicletta. Fuori dall'Aula Magna un laconico Avviso recita: 'Le lezioni del prof. Guerra sono sospese dal 25 al 30/09'.

L'inchiesta è partita dal ricercatore italo-inglese Philip Laroma Jezzi, che ha registrato con il telefonino le conversazioni nelle quali l'ex docente di diritto tributario Pasquale Russo, oggi a capo di uno studio legale a Firenze, lo spingeva - era il 2013 - a ritirarsi da un concorso per diventare docente, in quanto i posti in palio sarebbero già stati 'riservati' ad altri.

Tra le carte dell'inchiesta, si legge come Russo invitasse Jezzi a non presentarsi al concorso, con frasi tipo “smetti di fare l'inglese, fai l'italiano”. Ma Jezzi ha fatto l'inglese e ha denunciato tutto. Successivamente, in un altro incontro tra alcuni docenti e Jezzi, sarebbe emerso che contro quest'ultimo ci sarebbe stato il veto di Guerra, che, ora interdetto, avrebbe spinto per far vincere quel posto ad un'altra persona.

“Che coraggio questo ricercatore, bravo. Finalmente qualcuno denuncia”, esclama Gabriel, al 2° anno. “Insegnano diritto, ma pare che non lo mettano in pratica”, aggiunge Andrea. E Claudio: “Stupito? No, è risaputo che le cose vadano così, ma quando succede nella tua facoltà fa strano”. Qualcun altro la butta sul ridere: “Certo chi si è appena laureato con lui non si presenta con un bel biglietto da visita...”.

Sulla vicenda intervengono anche il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei e il sindaco Dario Nardella. “È un fenomeno di malcostume, ma riguarda una parte marginale della comunità universitaria nazionale”, dice Dei, auspicando che l'inchiesta della magistratura faccia velocemente il proprio corso. Il sindaco su Facebook definisce invece la vicenda una “storia odiosa”, chiedendo che si “rompa il vergognoso velo di omertà che copre il mondo della ricerca e dell’università”.

Parla volentieri un ricercatore, appoggiato alla macchinetta del caffè. “Chi si stupisce mi fa sorridere - dice, chiedendo l'anonimato -. Ho lavorato 4 anni all'estero e 4 in Italia. Qui le cose funzionano così, i posti sono assegnati prima dello svolgimento dei concorsi, è la regola”.

FOTO - Concorsi truccati, le reazioni degli studenti a Novoli

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