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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Strage dei senegalesi: in mille contro il razzismo | VIDEO

Sul palco del Mandela Forum è andato in scena 'Jokko', il concerto in memoria della strage che lo scorso anno costo la vita a Mor e Modou, i due senegalesi uccisi in piazza Dalmazia

‘Jokko’ vuol dire dialogo. Dialogo, parola bellissima, oltrepassa il concetto di frontiera, e crea esperienza, cultura. Dialogo, parola sconosciuta per chi è malato d’odio e di razzismo. Una pratica antica che avrebbe fatto certamente bene a Gianluca Casseri, l’uomo che prima di togliersi la vita nel chiuso della sua auto, strappò l’esistenza a due uomini dalla pelle nera, senegalesi, Mor e Modou. Due morti e tre feriti, tra cui Moustapha, da un anno sdraiato all’unità spinale di Careggi. E questa sera un migliaio di persone hanno raggiunto il Mandela Forum per il concerto in memoria delle vittime di quel maledetto 13 dicembre 2011. Dieci euro a biglietto, tutto il ricavato alle famiglie delle vittime e ai tre feriti.

“Ogni anno il 13 di dicembre ci dovremmo fermare e fare silenzio. Fare silenzio e stare insieme per trovare gli anticorpi al razzismo. Questa è una battaglia di civiltà”, ha detto dal palco del Mandela, Pape Diaw, la storica voce della comunità senegalese fiorentina. Ma prima ancora delle parole di Diaw, o che Elio salisse sul palco, prima che si esibisse la Scena Muta, prima che fossero proiettate le immagini terribili dei lenzuoli blu a coprire i corpi distesi e freddi in piazza Dalmazia, prima di Ginevra Di Marco e della Bandabardò, è stato proiettato un video messaggio del ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi: “Il nostro dolore resta ancora aperto. Firenze e l'Italia dicono no a questa violenza, a questa follia. I senegalesi – ha aggiunto il ministro – fanno onore all'Italia perché hanno una grande tradizione di lavoro che ci portano dal loro bel paese. Noi italiani accogliamo gli immigrati non perché siamo buoni, ma perché abbiamo bisogno di voi per ricostruire l'Italia di domani, affinché diventi un Paese in cui integrazione deve essere la parola chiave”.

ELIO – Come detto sul palco del palazzetto in veste di conduttore, Elio: “L’emergenza razzismo in Italia – ha detto – c’è sempre stata ma mentre negli anni ‘70 e ‘80 si lottava attivamente per combattere differenze e discriminazioni oggi questo non accade più e anzi a fronte di pochi che si occupano del problema c’è una stragrande maggioranza che se ne frega e ci sono a

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Giobbe Covatta

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