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Cronaca

Acqua, completata la depurazione: dall’area fiorentina in Arno solo acqua pulita

E' la conclusione di un percorso durato 40 anni, il presidente di Publiacqua Perra: “Nel 2002 era depurata il 10% dell'area fiorentina, oggi il 99,9%”

L'area Fiorentina, comprendente Firenze e altri 7 comuni della cintura metropolitana (Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa), raggiunge il traguardo della piena depurazione delle sue acque ed esce dalla procedura di infrazione dell'Unione europea.

E' la conclusione di un percorso iniziato alla metà degli anni ’80, come illustrato questa mattina a Palazzo Vecchio, tra gli altri, dal presidente di Publiacqua Lorenzo Perra.

“Nel 2002, anno in cui Publiacqua prendeva in carico la gestione del Servizio Idrico Integrato, la popolazione dell’area fiorentina servita da depurazione ammontava a circa il 10%, oggi la popolazione della medesima area servita da depurazione ammonta al 99,9%”, spiega Perra.

In sostanza, per la cosiddetta 'area fiorentina', comprendente gli 8 comuni suddetti, tutta l'acqua che finisce in Arno, derivante sia dalle abitazioni private che dal settore industriale (eccezion fatta ovviamente per eventuali scarichi abusivi), viene prima depurata dal depuratore di San Colombano e arriva in Arno 'pulita', come spiegato da Publiacqua.

“Abbiamo eliminato tutti gli scarichi diretti nei campi, nei piccoli corsi d'acqua e nei fiumi, che portiamo invece a depurazione nell'impianto di San Colombano, per poi reimmetterli nell'Arno. Da San Colombano ettiamo due metri cubi al secondo di acqua pulita, quando nell'Arno l'acqua scorre all'altezza degli Uffizi alla velocità di quattro metri cubi al secondo (di media, non in questo periodo di siccità, ndr), quindi la quantità d'acqua pulita è tale da consentire poi di alimentare il corso dell'Arno e di tenere viva la fauna ittica. Tutto questo è stato fatto con un investimento che è durato quasi 40 anni, con 300 milioni di euro di risorse, la gran parte derivanti dalle tariffe”, aggiunge il presidente di Publiacqua.

Di evento storico parla l'assessora regionale all'ambiente, Monia Monni. "Con quest'opera – sottolinea Monni - andiamo a depurare le acque di 800 mila abitanti e il depuratore di San Colombano diventa l'opera di economia circolare più importante per dimensioni, virtuosità dei processi ed effetti ecologici fondamentali in un'area densamente abitata come quella fiorentina. E' un'opera fondamentale, ci sono voluti molti anni e qualche battaglia, bisogna rendere onore ai sindaci che hanno difeso la realizzazione di quest'opera e a chi ne ha coordinato i lavori, cioè il gestore, Publiacqua".
“Se oggi quegli scarichi non fossero convogliati presso il depuratore, l’Arno avrebbe decine di chilometri del proprio tratto in completa anossia, sarebbe un fiume sostanzialmente morto, con effetti devastanti sotto l’aspetto ambientale”, aggiunge Monni.

“Presentiamo il frutto di un lavoro di decenni - commenta il sindaco  Dario Nardella -, che ci ha portato fin qui con un investimento di quasi 300 milioni di euro. Questi investimenti sono la dimostrazione di come il mix di contributi pubblici, italiani ed europei, e le tariffe pagate dai cittadini, se ben usati, possono portare dei benefici di lungo periodo. Gli investimenti fatti sono un lavoro straordinario che fa bene all’ambiente e fanno di Publiacqua una delle migliori società a livello nazionale”.

Per quanto riguarda le procedure d’infrazione Publiacqua dal 2019 al 2021 ha investito 52 milioni di euro e l’obiettivo è uscire da tutte le procedure nel 2022. Questi investimenti hanno consentito l’eliminazione di 152 scarichi in ambiente e l’uscita dalla procedura d’infrazione di 11 agglomerati urbani. Publiacqua ha ancora aperte 9 procedure di infrazione relative ad altrettanto agglomerati urbani (Pistoia, Impruneta, Rufina, Strada in Chianti, Castelfranco di Sopra, Dicomano, Mercatale, Reggello, San Casciano Val di Pesa), con l’obiettivo di uscire da tutte queste procedure entro la fine del 2022, con un investimento previsto di altri 18 milioni.

Il depuratore di San Colombano

Il cuore del sistema di depurazione dell’Area Fiorentina è il depuratore di San Colombano, a est di Firenze, nel territorio del comune di Lastra a Signa. Un impianto la cui progettazione iniziò a metà anni ’80 ed il cui primo lotto fu attivato nel 2000 ricevendo gli scarichi di Lastra a Signa e Scandicci.

Progressivamente, mentre venivano realizzati gli altri due lotti, uno completato nel 2004 ed il terzo nel 2006, vengono collegati all’impianto tutti gli altri territori in riva destra e riva sinistra fino al 2014, quando viene attivato l’Emissario in Riva Sinistra d’Arno e l’aprile 2022 quando si concludono gli ultimi otto interventi che completano il sistema fognario e depurativo che consente di portare a San Colombano i reflui dell’area fiorentina.
San Colombano è un impianto di trattamento di tipo biologico a fanghi attivi organizzato su tre linee parallele di trattamento per una capacità di complessiva di 600.000 abitanti equivalenti.

I numeri del sistema

Il sistema depurativo dell’Area Fiorentina serve 8 Comuni: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa. Sul territorio di questi comuni corrono 1.355 chilometri di fognatura (140 chilometri di grandi collettori e 1.215 chilometri di raccolta) e sono installati 77 sollevamenti (utili a superare gli ostacoli fisici sul terreno), 312 scolmatori. Due  i grandi sotto attraversamenti sotto i corsi d’acqua principali. Uno sotto l’Arno che, attraverso tre grandi condotte del diametro di 1,4, 1,2 e 0,7 metri per un totale in lunghezza di 400 metri, trasporta i reflui dalla riva destra fino all’ingresso di San Colombano posto in riva sinistra. L’altro consente alla grande condotta dell’Emissario in Riva Sinistra d’Arno di sotto-attraversare la Greve e collettare quindi i reflui a San Colombano.

L’insieme delle opere utili a depurare l’Area Fiorentina, attualizzando ad oggi i costi sostenuti nei decenni, a partire dal 1985 ad oggi, ha necessitato di un investimento di quasi 300 milioni di euro.

Riva destra d’Arno

Il sotto-attraversamento dell’Arno a San Colombano è funzionale a far arrivare all’impianto di depurazione i reflui provenienti dalla riva destra del fiume. Questo avviene attraverso due collettori principali: quello fiorentino e la cosiddetta Opera 10. Il primo è lungo 9,2 chilometri e raccoglie i reflui provenienti dai collettori: Chiesi, Poggi, Macelli, Goricina, Le Piagge, Opera 5 Osmannoro. A questo collettori afferiscono gli scarichi di un’area di 2.700 ettari per circa 100 mila abitanti equivalenti. Il secondo raccoglie i reflui dei Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Signa. All’Opera 10 si collegano i seguenti collettori: Opera 7 (Campi Bisenzio e Signa), Opera 8 (Campi Bisenzio e Calenzano), Opera 6 (Sesto Fiorentino e Calenzano), Collettore Cinta orientale di Castello e Collettore Cinta occidentale di Calenzano. All’Opera 10 afferiscono i reflui provenienti da un’area di 1.300 ettari e 120 mila abitanti equivalenti.

Riva sinistra d'Arno

In riva sinistra d’Arno sono invece tre i collettori principali. Il più grande è l’Emissario in riva Sinistra d’Arno (ERSA) completato nel maggio 2014. Lungo 7.4 chilometri e costituito in grandissima parte da condotte di 2 metri di diametro, ERSA ha richiesto un investimento di 71,5 milioni di euro e la bonifica di un’area grande come 15 campi di calcio.

Con l’operatività dell’impianto di San Colombano è stato possibile risanare il sistema fognario di Scandicci liberando dagli scarichi i fossi Stagno, Dogaione, Dogaia e Stagnolo. I reflui vengono raccolti da una condotta di 3 metri di diametro che porta a San Colombano i reflui di un’area di 850 ettari e dove vivono circa 30 mila abitanti equivalenti.

La riorganizzazione del sistema fognario di Lastra a Signa, invece, è passata attraverso la realizzazione di alcune grandi condotte finalizzate a eliminare gli scarichi diretti in Arno e nel Vingone. La cosiddetta Opera 3 è quindi costituita da una serie di collettori (per 5 chilometri di rete) e 5 sollevamenti. Con l’ultimo intervento realizzato sul sistema fognario di Lastra a Signa, conclusosi da poche settimane, sono stati realizzati 2,5 chilometri di condotte fognarie e 4 sollevamenti. Tutto questo insieme di opere consente di convogliare i reflui di un’area di 192 ettari abitata da circa 10 mila abitanti equivalenti.

Le prestazioni

Il sistema depurativo/fognario dell’Area Fiorentina ha trattato nel 2021 circa 66 milioni di metri cubi di acque reflue. Tutto questo garantendo la depurazione del 90% degli inquinanti in essi contenuti e quindi la restituzione all’ambiente di acqua pulita. Per capire l’importanza di questa restituzione, che di fatto chiude il ciclo idrico, basti pensare che in questi inizi di luglio l'Arno all’altezza degli Uffizi ha una portata di circa 4.3 mc/s (metri cubi al secondo) con un’ossigenazione di circa 7 mg/l (milligrammi per litro). Se oggi tutto il carico inquinante depurato dal sistema di trattamento costruito in questi anni finisse Arno avremmo "uno scarico diretto" nel fiume da circa 2 mc/s (tra sponda destra e sinistra). Nel punto di immissione la richiesta di ossigeno sarebbe di circa 27 mg/l. Ciò determinerebbe ossigeno a 0 per decine di chilometri e quindi un fiume Arno de facto morto per l’impossibilità di vita al suo interno della fauna ittica.

Perdite nella rete idrica

C'è ancora da lavorare, come ammette Perra, pur rivendicando una forte riduzione negli ultimi anni, sul fronte delle perdite nella rete idrica getita da Publiacqua (che serve 46 comuni nell'area tra Firenze, Prato, Pistoia ed Arezzo).

“Abbiamo ridotto del 27% le perdite di acqua negli ultimi 4 anni. Il valore delle perdite era sopra la media nazionale, è
passato molto al di sotto. Siamo stati premiati dall'autorità nazionale per questo ma c'e' da lavorare ancora, stiamo
investendo 100 milioni di euro all'anno su questo tema", dice Perra, che rivendica, nella dispersione idrica "punte d'eccellenza per esempio a Quarrata, nel Pistoiese, dove la dispersione è al 18%, o a Prato, dove è poco sopra il 20%. Siamo a valori europei per gran parte delle aree". In media la dispersione nella rete gestita da Publiacqua è comunque ancora al 37%, come fa sapere la stessa società: significa che un terzo dell'acqua trasportata nelle condutture va dispersa. A Firenze il tasso di dispersione è del 33%, dato fornito sempre da Publiacqua.

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