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Cronaca Campo di Marte

Comitato No Tunnel Tav martedì davanti al palazzo della Regione

Un presidio nel giorno in cui in consiglio regionale si parlerà della questione terre di scavo: "È un tema su cui è calato un silenzio molto imbarazzato"

La Tav a Firenze fa sinonimo con una questione spinosa: le terre di scavo. Un problema gigantesco, quanto come due colline schermo, quelle che dovrebbero essere alzate ex novo da un vecchio progetto dell’Enel nella ex cava di Santa Barbara. Un riqualificazione bella e buona che tuttavia ha bisogno di terra, tanta terra, oltre due milioni di metri cubi di smarino. Gli stessi che dovrebbe estrarre la talpa Monna Lisa dall’entroterra di Firenze per i due tunnel sotterranei da cui dovranno passare i treni dell’alta velocità. Da qui l’intoppo in cui per adesso è rimasta intrappolata RFI: le terre per ora non possono essere trasferite a Cavriglia visto che considerate da sversare in discarica e non in opere di bonifica o riqualificazione territoriale. Il punto è tutto qui: quelle terre, secondo anche la Regione Toscana, una volta lavorate dall’enorme fresa, si trasformerebbero, in una parola più brutale sono ‘contaminate’. La delibera regionale 316 dell’aprile scorso parla chiaro: “I materiali provenienti da scavo con fresa EPB e da una quota non precisata di quelli derivanti dai lavori della stazione AV, non risulta direttamente utilizzabile”. In pratica non sono coerenti con ciò che è prescritto nella normativa vigente, e quindi da considerare rifiuti (Decreto legislativo 152/06 negli articoli 184, 185, 186).

Per questo il comitato No Tunnel Tav sarà presente domani, 12 giugno, dalle ore 17.30 alle ore 19.00, in via Cavour, davanti alla sede della Regione “per informare la cittadinanza del punto in cui si trova la vicenda dei tunnel e della stazione TAV che si vorrebbe costruire sotto Firenze”, come scritto in una nota. “La coincidenza – continua la nota – con la seduta del Consiglio Regionale non è casuale: in quella seduta ci dovrebbe essere una risposta della Giunta su un'interrogazione fatta dalla FdS a proposito delle terre di scavo. È un tema su cui è calato un silenzio molto imbarazzato, ma ormai dovrebbe essere chiaro che al momento il problema non è risolvibile e che lo scavo delle gallerie non può iniziare”.

Ma c’è un altro motivo che spinge gli oppositori all’infrastruttura a ‘presidiare’ i lavori del consiglio: “Altro tema sul quale sarebbe doveroso dare una risposta urgente da parte di FS e istituzioni è quello delle ditte in subappalto per la messa in sicurezza del Mugnone che rischiano il fallimento e dei lavoratori di queste che non ricevono il loro stipendio per il mancato pagamento dei lavori eseguiti da parte di RFI (questa è un'opera propedeutica per la realizzazione della stazione Foster)”.

 

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