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Cronaca

Ricercatori 40enni costretti ad occupare per uscire dal precariato: sono 400

Ormai ex giovani, sono al Cnr da 10 anni: conto alla rovescia per il lavoro, la graduatoria scade il 13 dicembre. Ci sono anche 20 fiorentini: ecco la loro storia

Sono entrati al Cnr facendo concorsi per un assegno di ricerca o per un posto da ricercatore a tempo determinato, ormai più di 10 anni fa. Ma in tutti questi anni sono sempre rimasti precari. La loro vicenda sembrava essere giunta al giusto epilogo, quando l'ennesimo dietrofront ha visto sgretolarsi nuovamente i sogni di normalità. Per rivendicare i propri diritti, oggi, sono costretti a mettere in campo la protesta dei tempi delle scuole: da sei giorni occupano la sede centrale del Cnr a Roma.

Il contesto parla di un lungo tira e molla sulle promesse di stanziamenti per le stabilizzazioni con l'epilogo ad ottobre. Sembrava tutto fatto: "Il Cnr, attraverso le parole del suo direttore generale, aveva confermato che parte dei 33 milioni di euro stanziati per le assunzioni al Cnr sarebbero stati utilizzati per la stabilizzazione dei precari in graduatoria, prima di procedere ad indire altri concorsi", spiega Lorenzo Marconi, fiorentino del movimento dei Precari Uniti Cnr.

Poi la doccia fredda: "Ci hanno detto che le nostre assunzioni arriveranno, forse, nel 2022 con i 10 milioni che stanzierà la legge di bilancio in discussione in questi giorni. - spiega Marconi - Ma le nostre graduatorie scadono il 13 dicembre: ora o mai più. Per adesso rimangono solo i tre milioni stanziati dalla Ministra Messa per le stabilizzazioni e bastano solo per una cinquantina di precari su 400 in tutta Italia". 

"Dopo la dimostrazione di sensibilità che aveva avuto, ascoltandoci, la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, le avevamo portato anche un mazzo di fiori per ringraziarla. Per come sono andate poi le cose ci siamo sentiti anche presi in giro", racconta.

Così da giovedì scorso i ricercatori fanno i turni per presidiare i locali romani del Cnr, occupati giorno e notte per tenere alta l'attenzione sulla loro situazione. Una protesta quasi disperata, di chi si sente impotente di fronte a scelte incomprensibili: "E’ momento storico in cui, almeno a parole, si sembra aver capito che per rimanere vivi bisogna investire sulla ricerca. Perché allora non stabilizzare chi ha contribuito a fare ricerca e la può fare ancora?", sottolinea Marconi.

I fiorentini coinvolti e che partecipano alla protesta sono una ventina, ormai ex giovani: sono quasi tutti 40enni o quasi. Sono organizzati in turni per fare avanti e indietro fra Firenze e Roma. "Non siamo più così giovani, molti di noi hanno famiglia. Altri hanno dovuto cercarsi nel frattempo un altro lavoro per vivere. Sono sacrifici che facciamo per una battaglia sacrosanta", ribadisce il rappresentante dei precari.

"Di notte si presidia in una quindicina e di giorno siamo di più, sfruttando anche l'aiuto dei romani e di alcuni colleghi strutturati che solidarizzano con noi". Lunedì scorso hanno fatto un'incursione pacifica ad un convegno a nella sede centrale del Cnr, dov'erano presenti le istituzioni. Si sono fatti ascoltare. La loro protesta, che va avanti da anni con il supporto dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, sembra così ragionevole da tenere accesa la speranza. O da far pensare che la verità vera non sia stata ancora raccontata.

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