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Cronaca

Ponte Vecchio, striscione contro la legge "ammazza-cinghiali"

La protesta di alcuni attivisti per chiedere al Presidente Rossi di non votare il provvedimento

Non mollano gli attivisti della campagna "Toscana rosso sangue”, contro la legge Remaschi sugli abbattimenti dei cinghiali. Ieri uno striscione (nella foto)  è stato appeso al Ponte Vecchio da alcuni attivisti che indossavano mascherine da cinghiale chiedendo al Presidente della Regione Enrico Rossi di non votare la proposta di legge "ammazza-cinghiali", presentata dall’assessore all’agricoltura Remaschi, che prevede l’abbattimento di 250mila ungulati in tre anni e sarà discussa prossimamente dal Consiglio regionale. Una pratica che ha scatenato le ire degli animalisti, che alcuni giorni fa avevano messo in piedi altre iniziative di protesta.

Intanto alla campagna ha aderito anche il filosofo Giulio Giorello, unendosi agli altri nomi famosi quali Dacia Maraini, Franco Battiato, Giorgio Panariello, David Riondino, Marco Vichi, Folco Terzani, Sandro Veronesi, Gianni Tamino e tanti altri. I promotori della campagna sostengono che la legge preveda una "risposta spropositata rispetto ai danni alle coltivazioni, per altro non quantificati in modo verificabile e trasparente”. "Rispondere a danni economici con il sangue è una modalità violenta e antiquata”, dicono gli animalisti, suffragati dall'esperto di gestione faunistica Mauro Delogu, che sostiene che l'unica risposta efficace nel lungo periodo sia un investimento nei nuovi metodi cruelty-free.

A stretto giro è arrivata la replica di Confagricoltura: “Siamo a carnevale e quindi accettiamo le maschere ma credo che sia più opportuno smettere di farsi pubblicità a discapito di problemi ben più ampi di cui la Regione si sta occupando - ha detto ai microfoni di Toscana Tv il presidente di Confagricoltura Toscana Francesco Miari Fulcis - questo flagello va sicuramente eliminato. Il nostro paesaggio non deve essere deturpato ma deve tornare ad essere virtuoso. Per questo è necessario trovare quanto prima una soluzione per ridurre i danni immani registrati ogni giorno a prati e frutteti e che mettono in ginocchio le nostre colture. Chi non conosce seriamente la materia farebbe meglio a tacere e ad occuparsi del proprio mestiere.”

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