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Cronaca

Chiude lo storico bar Deanna: "Mazzata dal Covid e affitto troppo alto, non ce la facciamo più"

I proprietari del fondo non hanno voluto abbassare l'affitto, i titolari: "Ci abbiamo investito 500mila euro, ora l'obiettivo è tutelare i dipendenti"

Dopo decenni di attività, chiude lo storico bar pasticceria 'Deanna' di piazza della Stazione. La notizia è stata riportata oggi da La Nazione e confermata dai titolari del locale, Sauro Nunziati e il figlio Simone.

Alla base della decisione, il costo dell'affitto. "Paghiamo 12mila500 euro al mese. Fino al 2020 bene o male ce l'abbiamo fatta. Poi sono arrivate le mazzate della pandemia e le chiusure forzate e la situazione non è più tornata la stessa", spiega Simone, contattato al telefono.

Gli attuali gestori hanno riaperto il 'Deanna', che negli anni ha avuto diverse proprietà, nel 2016, dopo quasi due anni di chiusura.

"Gli ultimi a gestirlo prima di noi erano stati quelli della Terravision (l'operatore di trasporto low cost che collega Firenze all'aeroporto di Pisa, ndr). Poi con la chiusura quel posto era diventato un covo di spaccio. L'abbiamo preso e riqualificato. Siamo davvero dispiacitui ed amareggiati per questo epilogo", prosegue Nunziati.

Anche perché l'investimento iniziale fu molto sostanzioso. "Per partire ci abbiamo messo 500mila euro. Durante questi due anni di Covid inoltre abbiamo dovuto chiedere altri prestiti alle banche, perché gli aiuti ricevuti, anche se ci hanno consentito di sopravvivere, non sono stati sufficienti", dice il titolare.

Con la pandemia inoltre le abitudini dei clienti sono cambiate. "Tanti americani, ad esempio, ora fanno take away. Prima si sedevano e spendevano ben altre cifre. Senza contare la mancanza dei russi, a causa della guerra in Ucraina".

A tutto si è aggiunto il cantiere per il rifacimento dell'immobile, che ha letteralmente "nascosto" l'attività nelle ultime due settimane. Il problema più grosso però, quello che ha portato alla decisione di tirare giù il bandone, è il costo esorbitante dell'affitto.

"Alla proprietà dei locali abbiamo chiesto di abbassarlo leggermente, di scendere a 8 o 10mila euro al mese. Non chiedevamo mica di pagare mille euro. Ma hanno rifiutato". Dunque la decisione obbligata di fermarsi. Domani, venerdì 29 luglio, sarà l'ultimo giorno di apertura.

I proprietari dei locali che ospitano il 'Deanna' sarebbero proprietari dell'intero immobile, oltre che di alcuni alberghi. Una situazione che probabilmente consentirebbe loro di abbassare il canone di qualche migliaia di euro. Non avrebbero però voluto sentire ragioni.

E così un altro pezzo di storia cittadina, un presidio anche sociale in un luogo caldo della città, se ne va. "Abbiamo dato tutto per tenere in piedi la baracca, sono quattro anni che non faccio ferie e rinuncio alla famiglia", le parole di Simone.

"Ora la priorità è tutelare i dipendenti. All'apertura, sei anni fa, ne avevamo 17. Poi con il tempo, soprattuto nel periodo del Covid, qualcuno è andato via. Ne abbiamo comunque ancora 10, dieci famiglie da salvaguardare", è l'impegno dei titolari. Che, ad ogni modo, non si danno per vinti: "Apriremo un altro locale e ce li porteremo dietro". Di quel che accadrà invece negli spazi dell'ormai fu 'Deanna', al momento non è dato sapere.

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