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Cronaca

Le chiavi della città di Firenze allo scrittore Claudio Magris

La consegna nell’aula magna del rettorato dell’Università

Le chiavi della città di Firenze sono state consegnate allo scrittore e saggista Claudio Magris, nell’aula magna del rettorato dell’Università, "per il valore e la bellezza delle parole da lui scritte e pronunciate, in modo semplice e raffinato, in una lunga storia di vita a lui che, con le proprie riflessioni, ha attraversato e attraversa il XX secolo e la Mitteleuropa, in una prospettiva che stimola a superare i confini”.

Magris infatti, ha dedicato importanti studi alla cultura della Mitteleuropa (interessandosi anche di autori italiani di confine, come Italo Svevo) e più in generale alla crisi della letteratura contemporanea. È anche autore di opere di narrativa, tra le quali si ricorda Microcosmi (1997).  Laureatosi a Torino nel 1962, è stato professore di lingua e letteratura tedesca nelle università di Trieste  e Torino. Eletto senatore come indipendente, ha aderito al gruppo misto (1994-96). Nel 2004 ha ricevuto il prestigioso premio Príncipe de Asturias per le lettere e nel 2016 il premio Kafka. Membro dell'Accademia dei Lincei dal 2006.

Tra i saggi dedicati alla cultura mitteleuropea e più in generale alla letteratura si ricordano Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna, 1963; Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale, 1971; L'anello di Clarisse. Grande stile e nichilismo nella letteratura moderna, 1984. La sua produzione narrativa comprende: Illazioni su una sciabola (1984); Danubio(1986); Un altro mare (1991), mosaico di microstorie in cui si avvertono potenti gli influssi di Svevo; Il Conde (1993); il già citato Microcosmi, con cui ha vinto il premio Strega. È ritornato al romanzo con Alla cieca (2005) e in seguito con Lei dunque capirà (2006). Le prose di viaggio sono raccolte in L'infinito viaggiare (2005), i saggi su etica e società in La storia non è finita. Etica, politica, laicità (2005). Quanto alla saggistica: Dietro le parole (1978), L'altra ragione: tre saggi su Hoffmann(1978) e Utopia e disincanto. Storie, speranze, illusioni del moderno (1999) e le sue traduzioni da Schnitzler, Ibsen, Franz Blei, Buchner, Grillparzer. Tra gli ultimi lavori di Magris si segnala Alfabeti: saggi di letteratura (2008), sorta di autobiografia intellettuale in cui si indagano le relazioni di ambiguità e ambivalenza tra scrittore e individuo. Nel 2009, nella ricorrenza del settantesimo compleanno dello scrittore, gli è stato dedicato il volume Argonauta, in cui  sono raccolti i contributi di intellettuali quali J. Marías, N. Gordimer e C. Staiano, mentre nel 2011 sono stati editi il libro-intervista Claudio Magris. Se non siamo innocenti (a cura di M. Alloli), che indaga nell'universo interiore dello scrittore, e la raccolta di scritti Livelli di guardia. Note civili 2006-2011, sorta di "manuale di resistenza" per fondare un nuovo patriottismo in grado di opporsi al dilagante disagio sociale.

Tra le opere successive occorre segnalare, nel 2012, Letteratura e ideologia, saggio sul ruolo della letteratura nel mondo contemporaneo scritto con Gao Xingjian, e il primo dei due volumi delle Opere della collana Meridiani, che raccoglie i suoi scritti fino al 1995; nel 2014 sono stati editi il saggio Segreti e no e Ti devo tanto di ciò che sono. Carteggio con Biagio Marin, a cura di R. Sanson; pubblicato nel 2015, il romanzo sulla guerra e sulla memoria Non luogo a procedere (premio Fiuggi 2016); Istantanee (2016), ritagli di vita privata e politica dal 1999 al 2015. (fn)

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