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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via dell'Albero

L'albero dei miracoli: centro commerciale naturale per vincere la crisi

Per resistere alla pandemia i negozianti di via dell'Albero, una piccola strada del centro storico, di sei diverse nazionalità, si sono uniti in un centro commerciale naturale. Realizzando un piccolo, grande miracolo d'integrazione etnica ed economica. La presidente: "Ora una grande festa per il rilancio"

Nella crisi commerciale da spopolamento del centro storico causa epidemia, hanno colto l'opportunità di unirsi per rafforzarsi e, sopravvissuti al periodo più duro, uscire dall'ombra e rilanciarsi. Lo hanno fatto utilizzando sei lingue diverse, organizzando interminabili riunioni, facendo ognuno un grande sforzo per comprendere l'altro, le sue perplessità, le sue necessità. E alla fine, dopo mesi e mesi di conciliaboli, mediazioni, incontri, sono diventati ufficialmente un centro commerciale naturale. Realizzando un doppio piccolo, grande miracolo di integrazione: etnica ed economica.

Sono i commercianti di via dell'Albero, poche decine di metri acciottolate dietro la stazione di Santa Maria Novella, lato via della Scala, con quattro negozi storici. Italiani, peruviani, marocchini, cinesi, bengalesi. Gente che lavora, duro e bene. C'è l'antica friggitoria, la valigeria storica con oltre mezzo secolo d'attività, un ristorante orientale con messime recensioni su tripadvisor, per dirne alcuni. A guidarli, sin dagli albori, è un'instancabile, determinatissima erborista naturopata, Laura Stuto, ora presidente dell'associazione Centro commerciale naturale di via dell'Albero. 

Commercianti di via dell'Albero con l'assessore Gianassi-2

“All'inizio è stata durissima. L'idea del centro commerciale naturale mi piaceva molto e ci puntavo ma metterla in pratica sembrava un'impresa. Non riuscivo neppure a farmi capire dagli altri commercianti – racconta Laura -. Con le colleghe cinesi, ad esempio, sono dovuta passare dall'intermediazione, linguistica ma anche 'culturale', della figlia. Ma anche con gli altri il lavoro di traduzione, sei lingue, è stato immane. Poi loro piano piano tutti si sono aperti. Le difficoltà sono state tante, per dirne una: alcune etnie non hanno idea di cosa significhi fare una vetrina. O curarsi in un certo modo per presentarsi alla clientela”.

Anche mediare e intrattenere buoni rapporti coi residenti, sostiene Laura, è stato fondamentale. “Altre realtà del quartiere non godono di buona fama, secondo noi perchè negozianti e residenti non sono riusciti a mettersi d'accordo per conciliare le rispettive esigenze. Anche qui, all'inizio, i nostri vicini erano piuttosto perplessi, dubitavano del progetto. Ma mantenendo sempre un atteggiamento positivo, di apertura, di dialogo e confronto, credo che li abbiamo convinti della bontà del progetto. E non bisogna mai dimenticare che dove ci sono luci, passaggio di persone, attività, è più difficile si verifichino situazioni sgradevoli”.   

Così la buona volontà ha prevalso, da parte di tutti. E la 'spinta' del Covid ha fatto il resto. “Ci siamo uniti anche per resistere alla crisi – sottolinea Stuto -. Noi lavoravamo sì coi turisti ma sopratutto con le manovalanze degli alberghi, i dipendenti degli uffici, gli studenti. Puff, tutti spariti. Ora, uniti, contiamo di ripartire. Ma serve l'aiuto di tutti. E serve che i fiorentini tornino in centro”. Anche per questo, i commercianti di via dell'Albero hanno organizzato, per domani giovedì 17 giugno, una festa in strada con musica, balli e tanti prodotti offerti in omaggio.   

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