Case popolari, i sindacati contro la Regione: “No al caro affitti”
I sindacati degli inquilini contro la riforma: "Alloggi popolari non diventino luoghi di disgregazione"
“Grande preoccupazione per il documento preliminare alla riforma dell’edilizia residenziale presentato dalla giunta della Regione”. La esprimono i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, UI e dei lavoratori Cgil-Cisl-Uil Toscana.
La riforma, che mira a 'razionalizzare' le 11 aziende di gestione, le nuove costruzioni e la manutenzione del patrimonio esistente, per i sindacati “non prevede alcuno stabile finanziamento che derivi da un drastico aumento degli affitti”.
“I 100 milioni di euro più volte annunciati per gli interventi più urgenti sembrano spariti”, proseguono i sindacati, che chiedono a comuni e Regione di rivedere il sistema dei punteggi di assegnazione con i quali si stilano le graduatorie, “in modo da assicurare la casa popolare alle famiglie in grave difficoltà economica per la precarietà lavorativa e il caro affitti del mercato privato”.
Secondo i sindacati l' “espulsione” dalle case popolari di tutti coloro che hanno normali redditi da lavoro e pensione generano “il rischio che i quartieri di edilizia pubblica diventino luoghi di disgregazione sociale, di isolamento e ghettizzazione dei casi socialmente più degradati. Ci mobiliteremo – concludono -, per sostenere le 85mila famiglie toscane che confidano in un sostegno abitativo pubblico”.