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Cronaca

Casa, 180mila famiglie toscane in disagio abitativo e +30% di sfratti

L'allarme del sindacato inquilini: "Disgregazione e acceleratore di povertà, situazione che crea paura, sfiducia e rabbia sociale".

Sono 180.000 le famiglie in Toscana costrette a fare i conti con il disagio abitativo. Sono i numeri forniti ieri da Cgil e il Sunia Toscana - sindacato degli inquilini - che definiscono la situazione "un'emergenza". La casa, infatti, "diventa il fattore prioritario di disgregazione e acceleratore di povertà. Un numero in crescita costante, che contribuisce a creare disorientamento, paura, sfiducia, rabbia sociale".

Se nel 2022, infatti, gli sfratti pendenti erano stati circa 5.000, per il 2023 i sindacati stimano una crescita di almeno il 30%, tra crisi economica, energetica, salariale e il taglio dei contributi affitto. Le cifre sono state al centro di un convegno organizzato a Firenze sul tema, in cui sono stati affrontati i temi principali che definiscono la situazione.

I numeri ufficiali sono quelli del 2021, in cui sul fronte degli sfratti, sono state emesse ulteriori 3.200 richieste di convalida, mentre sono state 2.864 le richieste di esecuzione (in leggera crescita rispetto al 2020); i provvedimenti arrivano quasi a eguagliare quelli pre-pandemia giungendo a 3.148, e le esecuzioni sono 948, ovvero il 130% in più rispetto al 2020.

"Ma soprattutto è l'intensità a risultare il dato più inquietante: in Toscana sono uno ogni 1.752 famiglie, dato maggiore rispetto a quello nazionale". In questo quadro "Firenze nel 2021 è la prima città in Toscana per numeri di sfratti, con 1.035 nuove convalide (95% per morosità) con un aumento del 155,56% rispetto al 2020 e 832 richieste di
esecuzione con forza pubblica".

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Case popolari: aumentano quelle inutilizzate

"Sulle case popolari, gli ultimi dati sulle domande Erp dicono che in Toscana ci sono state 19.094 domande per avere una casa popolare, di cui oltre 16.000 ammesse alle graduatorie comunali". Tuttavia "il tasso di assegnazione effettiva di un alloggio è del 4,8%, un numero indegno", secondo Cgil e Sunia.

"In pratica, possono servire 20 anni per avere una casa popolare, e non mancano i casi di gente che la chiede e non la ottiene mai". Inoltre "le case popolari restituite alla comunità dagli inquilini e attualmente sfitte perché in attesa di ristrutturazione e assegnazione nel 2015 erano 1.815, adesso sono 4.051.

La Regione "grazie anche alla nostra pressante attenzione sulla questione, aveva stanziato", per il triennio 2020-22, "32,4 milioni per lo stesso scopo, ma in questi anni gli alloggi sfitti invece che diminuire grazie alle assegnazioni sono aumentati", spiegano i sindacati. "Fortunatamente, ci sono i fondi del Pnrr destinati alla Toscana che ammonteranno fino al 2026 a 93 milioni (più o meno la stessa cifra destinata, sempre dal Pnrr, alla riqualificazione dello stadio Franchi di Firenze, ndr) per la parte infrastrutturale, ma solo per la riqualificazione e recupero energetico e sismico del patrimonio esistente".

Cgil e Sunia, quindi, chiedono in Toscana "un'alleanza tra sindacato, Regione, Comuni, aziende e inquilini per combattere l'emergenza casa cui si rischia un disastro sociale". Serve "un percorso di riforma normativa della gestione del patrimonio abitativo Erp della Toscana che, soprattutto in questi ultimi anni, sta manifestando molti limiti riguardo l'efficacia dell'azione programmatoria degli 11 ambiti Lode e dell'azione gestionale delle sue 11 aziende. Le politiche abitative tornino al centro dell'azione politica".

Anche perché "dopo i tagli del governo" quest'anno "non ci sarà il trasferimento di 25 milioni di risorse per il fondo di sostegno all'affitto sul mercato privato e morosità incolpevole, sul quale confidavano circa 24.000 famiglie toscane. Una cosa grave e inaccettabile". (Agenzia Dire)

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