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Cronaca

Caro bollette, in piazza dei Ciompi la 'rivolta del pane': “Non spegnete la luce sul lavoro” / FOTO

Un centinaio di panificatori e pasticceri da tutta la Toscana all'iniziativa di Confcommercio: “Energia e materie prime, aumenti che ci mettono in ginocchio”

Seicentoquarantotto anni dopo il più celebre 'tumulto' dei Ciompi, oggi pomeriggio nell'omonima piazza è andata in scena la 'rivolta del pane', organizzata da Confcommercio contro caro bollette bollette ed aumento delle materie prime.

Fornai, panettieri, pasticceri da tutta la Toscana si sono ritrovati per denunciare i costi ormai insostenibili derivanti dal caro bollette e dall'aumento delle materie prime.

“Farina, pomodoro, mozzarella, lievito. E' aumentato tutto. Così non andiamo avanti”, dice Ivano Biondillo, titolare del 'Forno della paura' di Pistoia, elencando le cifre che testimoniano il vertiginoso aumento delle bollette energetiche: “Un anno fa pagavo 800 euro al mese. Progressivamente sono arrivato fino a 4mila400 euro”.

C'è a chi va peggio, come a Endro Luchi del bar pasticceria 'Sottopoggio' di Lucca. “Ho 77 anni e faccio questo lavoro praticamente da quando sono bambino. Una situazione così è difficile ricordarla. La bolletta energetica? Ad agosto 12mila euro”, dice il titolare, che dà lavoro a 17 persone.

Per il Forno dei Ciompi c'è Dina, dipendente tuttofare. “Finora ci siamo salvati dal caro bollette per i contratti fissi, ma al rinnovo saranno dolori. Senza contare gli aumenti delle materie prime: solo di farina paghiamo 350 euro in più al mese”, allarga le braccia la donna, che lavora nell'attività assieme ad un altra persona ed al titolare.

Un centinaio i presenti al presidio. 'Non spegnete la luce sul lavoro', 'Non si cuoce il pane nei forni spenti', 'Il caro energia tutte le imprese porta via', si legge nei cartelli. Uno ricorda, tra ironia e amarezza: 'Ci siamo inventati il pane sciocco perché la tassa sul sale era troppo esosa'. Come a dire: e ora cosa ci inventiamo?

Si vedono anche i leghisti Claudio Borghi, appena rieletto senatore, ed il capogruppo a Palazzo Vecchio Federico Bussolin, oltre al collega consigliere di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi. Confcommercio del resto è storicamente più vicina al centrodestra che al centrosinistra. L'appello non a caso ora è la nuovo governo Meloni.

“Chiediamo attenzione per chi come noi produce un bene di prima necessità. Dobbiamo essere tutelati, non possiamo più aspettare”, scandisce il presidente nazionale di Assipan, Antonio Tassone. “Al di là delle chiacchiere, gli aumenti insostenibili continuano. Se vogliamo salvare le imprese bisogna intervenire subito. Il governo ora c'è, agisca, la priorità deve essere quella di salvare le attività”, aggiunge Aldo Cursano, presidente regionale di Confcommercio.

L'associazione di categoria ipotizza, senza nuovi aiuti economici, la chiusura entro la metà del 2023 di altre 1.350 attività del settore in tutta Italia, per un totale di oltre 5mila occupati che potrebbero ritrovarsi in strada.

“Anche in Toscana il livello di guardia è altissimo. A rischio chiusura ci sono 130 forni, con una possibile perdita di 520 posti di lavoro”, sottolineano i rappresentanti di Confcommercio. “E quando un'attività storica chiude, non si recupera più”, chiosa Cursano. Gli appelli si susseguono. Ora chi di dovere passi dalle parole ai fatti.

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FOTO - Caro bollette, la 'rivolta del pane' in piazza dei Ciompi

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