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Cronaca

Poste, il sindacato: "Manca personale". Via allo sciopero degli straordinari

La Cgil: "In cinque anni 1.580 addetti in meno"

Ben 1.580 addetti in meno in cinque anni, dal 2016 al 2021: da 4.373 a 3.683 negli uffici postali (-690 unità pari a -15,8%), nel comparto recapito logistica da 3.568 a 2.678 (-890, ovvero il -24,9%). Sono "i numeri dei tagli e dei disservizi in Toscana" di Poste Italiane forniti dalla Cgil. Che al conto somma anche la mancanza di 125 sportellisti rispetto al fabbisogno, 216 posti stabili da portalettere "con conseguente boom del precariato", 140 lavoratori full time al centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino.

E' per questo che il sindacato "apre un conflitto di lavoro con l'astensione da straordinari e prestazioni aggiuntive". Lo fa chiedendo "nuove assunzioni e un nuovo modello di sviluppo e di servizio".

Dal primo marzo la Slc-Cgil Toscana "ha aperto in tutte le province il conflitto di lavoro per denunciare in primis la grave carenza di personale, che in tutte le divisioni ha raggiunto livelli insostenibili per garantire un normale svolgimento delle attività in tutti i settori". Inoltre "dal 14 marzo è partita una astensione dagli straordinari e dalle prestazioni aggiuntive che durerà fino al 13 aprile". Due misure che allargano la protesta già iniziata in Emilia-Romagna, Marche e Umbria anche in Toscana. 

"Protestiamo - aggiunge la Cgil - per poter garantire un servizio migliore, per condizioni di lavoro sostenibili da un punto di vista della sicurezza e della salute dei lavoratori, per la necessità di garantire gli stessi diritti a chi è assunto con contratti a tempo determinato", sostiene il sindacato, che chiede un piano di assunzioni all'azienda (visto che "la Toscana è una delle regioni che ha subito più tagli").

La pesante carenza di personale "è inoltre causa di ricadute sui lavoratori per quanto riguarda trasferte, straordinari, ferie, formazione, oltre che di disservizi per l'utenza. Senza dimenticare le pressioni commerciali per vendere polizze o prodotti finanziari, ormai costanti per tutte le figure professionali, e le sempre più frequenti aggressioni dell'utenza agli operatori che dall'inizio della pandemia sono spesso finite nelle cronache dei giornali".

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