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Cronaca

Carceri al freddo: non ci sono i soldi per i riscaldamenti

Non ci sono soldi per pagare i riscaldamenti delle carceri fiorentine. Oggi parte l'autoconsegna ad oltranza della polizia penitenziaria nel carcere di Prato

Detenuti all’addiaccio nelle carceri, il sistema si sta indebolendo, ulteriormente, anche dopo le richieste di sostegno per il sovraffollamento imperante negli istituti della Toscana. “Non abbiamo più nemmeno i soldi per pagare il riscaldamento delle carceri- ha raccontato ieri  a Palazzo Vecchio il provveditore dell'amministrazione penitenziaria, Maria Pia Giuffrida- al momento stiamo chiedendo aiuto alle stesse ditte che ci forniscono le utenze. Qualcuno di loro ha già tagliato il servizio, e per questo abbiamo dovuto chiedere alle Prefetture di attivarsi per il ripristino”. Il provveditore dà ragione ai fornitori ma ha precisato che l’insolvenza è dovuta alla mancanza di fondi.

PROTESTA -  Anche la polizia penitenziaria di Prato protesta.  Autoconsegna ad oltranza. “Siamo stanchi - sottolinea Giuseppe Boccino segretario generale aggiunto del LISIAPP - , di tagli e ristrettezze all’intero comparto sicurezza ed in particolare nel corpo di polizia penitenziaria”. Tutto questo aggiunge Boccino , poche settimane fa nella regione si è rischiato di fermare interi processi in quanto non si riusciva a trasportare i detenuti per mancanza di carburante nei mezzi.

“Inoltre,  esiste un problema di sovraffollamento carcerario che rischia di peggiorare con la diminuzione dei fondi prevista dal governo: il ddl stabilità contiene tagli lineari al comparto sicurezza per 60 milioni di euro. Nel settore penitenziario significa un abbattimento delle possibilità di spesa che va dal quindici al venticinque per cento. Certamente era più logico tagliare sulla sicurezza dei cittadini e del sistema penitenziario chiosa Boccino, per la classe politica, che non abbassarsi gli stipendi, e diminuire il numero del milione e trecentomila beneficiari dello spoil system Italiano sparpagliati ovunque. Purtroppo da tempo – conclude il segretario Lisiapp - gli istituti penitenziari della Regione Toscana vivono in situazioni drammatiche oramai esplosive derivanti dalla grave carenza di organico stimata in circa 700 agenti rispetto ai 3021 previsti dal decreto ministeriale del 2001, dato che ritengo già sottostimato”.
 

 
 

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