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Cronaca

Carcere di Sollicciano: ancora un'aggressione 

Il Sappe: "Impennata dei detenuti stranieri negli ultimi 20 anni"

Il carcere di Sollicciano resta al centro delle cronache per le violenze contro il personale di polizia penitenziaria di cui si rendono protagonisti alcuni detenuti. Ieri l’ultimo episodio, sul quale riferisce Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE): “Ieri pomeriggio è avvenuto l’ennesimo fatto violento all’interno del carcere di Sollicciano, contro i poliziotti penitenziari. L’aria nella sezione era particolarmente tesa e un detenuto nordafricano ha chiesto agli agenti di uscire dalla cella per camminare nel corridoio, come se fosse non dentro un penitenziario ma in centro città… All’ovvio rifiuto degli agenti, il detenuto ha prima tentato di colpirli con una scopa e poi riusciva ad afferrare un poliziotto per la gola, cercando di strangolarlo: l’altro collega è immediatamente intervenuto sottraendolo alla morsa violenta. Entrambi sono rimasti seriamente contusi con graffi e segni al collo e sono stati immediatamente inviati in ospedale”.

Il segretario generale, Donato Capece, ricorda che da mesi il SAPPE “denuncia le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri”. 

Capece sottolinea anche i risultati delle espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia: sarebbero state solamente 456 nel 2021. “Da tempo il SAPPE denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri, come è il protagonista del grave evento critico accaduto a Sollicciano. E’ sintomatico che negli ultimi vent’anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere quasi 17.000 rispetto alle circa 55mila presenze. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine, come da tempo denuncia il SAPPE, può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. Nel 2021 i detenuti stranieri espulsi a titolo di sanzione alternativa alla detenzione sono stati solamente 456 (165 albanesi, 48 marocchini, 45 tunisini e 198 di altri Paesi). Questo, oltre a decretare il fallimento degli Accordi bilaterali tra l’Italia ed i Paesi con la più alta presenza di connazionali tra i detenuti ristretti in Italia (Marocco, Romania, Nigeria, Albania, Tunisia), sembra dimostrare che questi Paesi non vogliono il rientro in patria di migliaia e migliaia di loro connazionali con gravi precedenti penali e con pene che potrebbero essere scontate in carceri del Paese di provenienza”.

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