Sollicciano, violenza senza fine: poliziotta aggredita per aver salvato una detenuta dal linciaggio
La protesta del sindacato Sappe: "Servono interventi urgenti e strutturali"
Ancora violenza nel carcere di Sollicciano dove una detenuta, da tempo protagonista di intemperanze e atti violenti, ha prima litigato con un’altra reclusa, poi si è lesionata il corpo ed infine ha rischiato a sua volta di essere oggetto della reazione violenta delle altre ristrette. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il primo e più rappresentativo della categoria.
Il segretario nazionale del Sappe per la Toscana, Pasquale Salemme, spiega: “Il risultato è stato che le detenute volevano aggredirla e solo grazie all'intervento delle poliziotte si è evitato il peggio. Nel mentre le colleghe portavano la detenuta facinorosa fuori dalla sezione, una agente di polizia penitenziaria è stata violentemente aggredita con schiaffi e trascinata per le scale. La poliziotta, portata al nosocomio cittadino, è stata refertata con una prognosi di sette giorni. Un fatto gravissimo, ancor più perché la detenuta non è nuova a fatti violenti e dovrebbe essere assegnata altrove”.
La protesta del Sappe
Per il Segretario Generale del Sappe Donato Capece, che esprime solidarietà e vicinanza all’agente aggredita, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Il leader nazionale del Sappe denuncia, infine, come “la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza dell’Istituto. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione”.