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Cronaca

Giallo di Capo Verde, un enigma nel mistero: il cellulare di David 'azzerato' dopo la sua morte

Lo rivela il legale della famiglia Solazzo. I genitori: "Non ci fermeremo, vogliamo la verità"

C'è un'enigma inquietante, avvolto nel mistero della morte di David Solazzo, il cooperante fiorentino trovato senza vita a 31 anni, il primo maggio scorso, nella sua abitazione a Capo Verde. Riguarda il suo cellulare e a portarlo alla luce è il legale della famiglia Solazzo, l'avvocato Giovanni Conticelli: “Lo scorso 8 settembre sono stato contattato da un amico di David che mi ha detto: 'David è uscito dalla chat su WhatsApp'. Ho verificato e scoperto che era tutto vero. Non solo: David è uscito anche dalla chat che aveva con i suoi familiari”.

Naturalmente, non può essere stato David a uscire dalle chat, l'8 settembre. Ma allora chi è stato, dal momento che il cellulare della vittima è sotto sequestro da parte degli inquirenti di Capo Verde? “Il fatto è che l'account WhatsApp di David, il suo profilo, è stato cancellato. E quindi tutti i contatti, i messaggi, le telefonate sono andate perse e non potranno aiutarci ad analizzare quanto accaduto quella tragica notte. Si tratta di un oggetto che potrebbe contenere elementi di prova determinanti” prosegue l'avvocato Conticelli.

Il legale, la scorsa settimana, ha contattato la procura di Roma, cui ha anche inviato un esposto: “E' necessario indagare su chi ha eseguito la cancellazione dell'account, quando e perché. E bisogna recuperare tramite server tutti i dati possibili”. Il rischio è che il cellulare sia stato azzerato. “Per questo ho chiesto alla procura di Roma di riacquisire il cellulare, la macchina fotografica e il pc di David, ancora nelle mani degli inquirenti africani” sottolinea Conticelli, convinto che la procura della Capitale stia “spingendo” per avere tutti gli atti sul caso dai colleghi di Capo Verde.

“A 5 mesi dalla morte di David non sappiamo praticamente niente. Non abbiamo avuto risposte da Capo Verde, salvo l'autopsia. Non abbiamo foto, non abbiamo dati, non abbiamo nulla” aggiunge l'avvocato. “La polizia scietifica di Capo Verde non è neppure intervenuta nella casa, che è stata dissequestrata dopo 48 ore. Ci sono state omissioni gravissime nell'indagine, probabilmente determinanti. Altro che 'incidente domestico' come ci è stato detto troppo frettolosamente” conclude il legale.

Anche la dinamica del decesso è un enigma. Pare che David sia rimasto ferito nell'androne. Lì c'è 'il grosso' del sangue. A breve distanza i vetri rotti di una finestra, Una finestra alta, di cui sono stati trovati vetri anche in strada, a sei metri di distanza dalla casa. E allora: il vetro è stato rotto da dentro o da fuori? E perchè David, ferito, si è fatto tre rampe di scale per raggiungere la porta dell'appartamento, entrare, “strisciare” fino al bagno e lì – forse – spirare? La casa è stata parzialmente ripulita? La scena del crimine è stata inquinata?

Domande al momento senza risposta. La verità sulla morte di David è lontana. Molto lontana. Tuttavia i suoi genitori, Donatella e Vincenzo, non si arrendono: “Vogliamo la verità. Non ci fermeremo, chiediamo al governo di intervenire e non lasciarci soli” dicono. "Per noi non è sato un incidente e neppure una rapina finita male: quando l'hanno trovovato, nostro figlio aveva ancora con sé i soldi, il cellulare. E in casa non è sparito nulla. Dev'essere successo qualcosa nell'androne”. Ma cosa?

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