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Cronaca

"Capannoni in mezzo alle Cascine": i comitati vanno in Procura | FOTO

Denuncia dei cittadini sulla nascita del centro fieristico nell'ex ippodromo delle Mulina. E invocano il ruolo della Soprintendenza: "Dov'è la tutela paesaggistica?"

Capannoni espositivi da polo fieristico alle Cascine e decine di metri di siepe distrutta. A denunciare quello che è successo nel parco più grande di Firenze, chiedendo un intervento da parte della Procura della Repubblica, sono i comitati dei cittadini di Firenze sulla trasformazione dell’ex ippodromo delle Mulina in spazio per manifestazioni e spettacoli che prenderanno il via con l’iniziativa di “Flora Firenze / La natura diventa arte”, che avrà luogo dal 30 aprile all'11 maggio proprio alle Cascine.

I capannoni, secondo i comitati, "nascondono pesantemente le alberature del Parco e rendono quasi invisibili le strutture del vecchio ippodromo". I comitati, così, si pongono alcune domande: "Come è possibile che l’amministrazione comunale che è proprietaria del Parco delle Cascine, sottoposto ad un vincolo diretto in base alla vigente legislazione di tutela del patrimonio storico artistico, abbia concepito o autorizzato un intervento di questa volgarità e di questo impatto?".

Un intervento, sottolineano, "provvisorio o stagionale", ma "sicuramente abnorme per dimensioni". "Dove sono i parcheggi e i servizi pubblici - si chiedono ancora i comitati - che permettano l’accessibilità a questo spazio, distante fra l’altro circa due chilometri dalla fermata della tramvia delle Cascine, per impedire che tutti i viali del parco siano invasi da veicoli privati?". E ancora si chiedono come sia "possibile che la Soprintendenza abbia dato il proprio parere favorevole per gli aspetti di tutela storico artistica e paesaggistica del Parco che è bene vincolato e sottoposto a tutela" e "che le associazioni ambientaliste, accademie importanti e prestigiose quali i Georgofili, l’Accademia delle Arti del Disegno, i dipartimenti universitari, la cultura fiorentina non si siano accorti ancora di questo scempio".

Ecco perché i comitati chiedono l'intervento della Magistratura "per verificare se in questo caso non si configuri un ipotesi di reato visto che in una legge nazionale come il Codice dei beni Culturali e del Paesaggio si dice che conservare un bene culturale (con vincolo diretto come bene di particolare valore storico, artistico ambientale) vuol dire mantenere e salvaguardare la consistenza materiale del bene e impedirne usi impropri".

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