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Cronaca

Tav, cantieri fermi e lavoratori senza stipendio: gli operai 'costretti' a dimettersi

La denuncia dei sindacati: “Da tre mesi senza stipendio, si rischia un lungo stallo”

I cantieri Tav di via Circondaria, dove dovrebbe sorgere la stazione Foster, sono al palo, praticamente fermi. La denuncia, l'ultima di una lunga serie, arriva oggi dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, dopo i numerosi scioperi e presidi di protesta da parte dei lavoratori nelle ultime settimane.

Oltre 50 operai ed impiegati, che lavorano sul cantiere di via Circondaria, non hanno ricevuto lo stipendio né a febbraio né a marzo. Molto probabilmente non prenderanno nemmeno quello di aprile.

La notizia di oggi è che 12 di loro, operai edili, hanno deciso di dimettersi 'per giusta causa', “per la mancata retribuzione e per l'impossibilità di potersi mantenere in trasferta”, spiegano in una nota congiunta i sindacati. “Costretti a farlo, così potranno almeno ricevere i sussidi di disoccupazione”, aggiunge Marco Benati (Fillea Cgil), che denuncia come i lavori nel cantiere siano “praticamente fermi”.

La situazione è in stallo da mesi, con Nodavia, il consorzio che si è aggiudicato i lavori, e Condotte Spa, la società che lo controlla, in forti difficoltà finanziarie da tempo. Entrambe hanno chiesto, rispettivamente ai tribunali di Reggio Emilia e Roma, l'istanza di concordato, con il conseguente blocco di tutti i pagamenti.

“Un epilogo che non ci stupisce. Come sindacati restiamo molto preoccupati per la vertenza. Vista la situazione di Nodavia e di Condotte si rischia che lo stallo sulle attività nel cantiere Foster si protragga per molto, troppo tempo. Serve - chiedono i sindacati -, che le istituzioni, le aziende e Ferrovie (la committente dei lavori, ndr) monitorino attentamente l’evolversi delle cose per evitare lo stop all’opera”.

Contro la realizzazione della Foster e del tunnel dell'alta velocità di 7 chilometri sotto Firenze sono invece schierati una serie di associazioni, in primis il Comitato No Tunnel Tav, che chiedono di puntare sul passaggio di superficie progettato dall'Università di Firenze (più economico) e di investire le risorse che si libererebbero per migliorare il trasporto pubblico locale su ferro e gomma, a partire dal potenziamento della rete ferroviaria regionale. "Così facendo - spiegano dal comitato - sarebbe anche possibile creare un numero maggiore di posti di lavoro".

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