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Cronaca

Cannabis terapeutica, l'appello di Walter: “Rischio il carcere per curarmi”

Carabinieri a casa dell'uomo perché in possesso di piante di cannabis, utilizzata per fini terapeutici: “Aumentate la produzione”

Il servizio pubblico non è in grado di garantirgli la quantità necessaria di cannabis terapeutica e così l'uomo se la procura anche con delle piantine tenute in casa. Così denunciano l'associazione Luca Coscioni e i Radicali, assieme a Walter De Benedetto, l'uomo in questione, che per il possesso delle piantine ha ricevuto una visita dei carabinieri a casa.

Rischio il carcere solo per curarmi”, spiega l'uomo, che ha diffuso un video appello ed ha inviato un appello alle massime cariche dello Stato, a partire dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e da quello della Camera Roberto Fico, oltre che ai ministri della difesa e della salute Lorenzo Guerini e Roberto Speranza, per chiedere che con la Legge di Bilancio attualmente in discussione ci sia un impegno per un aumento della produzione.

“Walter soffre di artrite reumautoide, una malattia rara altamente invalidante che causa forti e costanti dolori. Nelle settimane scorse ha ricevuto la visita dei carabinieri perché in possesso di piante di cannabis, a lui utile per finiti terapeutici, poiché la ASL di Arezzo non era in grado di garantirgli la quantità a lui necessaria per la terapia per cui gli viene prescritta”, si legge nel comunicato diffuso dall'Associazione Coscioni, che domani in piazza Montecitorio, assieme ai Radicali, sosterrà il presidio pubblico di Walter e consegnerà a Fico 25mila firme per la legge sulla Cannabis Legale. 

L'appello chiede “un incremento della produzione di prodotti a base di cannabis e la legalizzazione della pianta per tutti i fini” e sostiene la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis depositata alla Camera nel novembre 2016 con 68mila firme.

"Domani saremo in piazza con i parlamentari di varie forze politiche per porre l'accento su un tema che riguarda tutti i cittadini", dichiarano Marco Perduca, della direzione dell'Associazione Coscioni e Antonella Soldo, tesoriera di Radicali Italiani.

"Per la prima volta abbiamo una maggioranza parlamentare i cui membri, separatamente, si sono espressi a favore della legalizzazione. E se lo facessero ora tutti insieme? Legalizzare la cannabis vuol dire eliminare i costi del proibizionismo che pesano sulle tasche e sulle vite di tutti gli italiani e togliere lavoro alla criminalità organizzata. E' incredibile che ancora venga strumentalizzato un problema così serio, come ha fatto ieri l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini parlando di crisi legata all'uso delle droghe, senza distinzioni e facendone la solita questione meramente ideologica”, spiegano Perduca e Soldo.

A Walter De Benedetto pochi giorni fa ad Arezzo è stata sequestrata una mini serra di marijuana composta da sole 9 piante, “indispensabili per alleviare i terribili dolori che gli provoca l'artrite reumatoide".

L'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze è l'unico al momento autorizzato in Italia a produrre cannabis terapeutica. Nonostante il progressivo aumento della produzione questa è ancora largamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno nazionale.

Nelle scorse ore peraltro il consigliere regionale di 'Sì Toscana a Sinistra' Tommaso Fattori a presentato una mozione per chiedere alla giunta della Regione Toscana di impegnarsi con il governo per “favorire la filiera della canapa legale e il commercio delle inflorescenze” e proseguire sulla strada della legalizzazione, anche per stroncare gli immensi guadagni delle organizzazioni criminali.

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Di seguito il testo dell'appello di Walter De Benedetto: “La mia è una storia di negazione del diritto alla salute e di accesso a terapie consentite nel nostro Paese per, tra l'altro, curare il dolore grazie alla cannabis. Un dolore che non aspetta. Da anni ho trovato conforto terapeutico nella cannabis, ma da tempo non riesco a ottenere la quantità che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna. La scarsità dei prodotti è dovuta a una crescente domanda a cui l'Italia non è riuscita a corrispondere con la produzione nazionale o le importazioni. Siamo in migliaia a doverci confrontare tutti i giorni con questa mancanza, rispondendo come possiamo, arrangiandoci, spesso grazie alla solidarietà fattiva di amici e parenti o di associazioni, per non dovere soffrire le pene dell'inferno perché il dolore non aspetta. Caro Presidente Conte, cari Ministri della Salute e della Difesa, cari Parlamentari tutti, in queste ore in cui state definendo la legge di bilancio Vi chiedo, Vi chiediamo, di prevedere ulteriori finanziamenti in questo senso, come chiede anche l'Organizzazione mondiale della sanità".

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