rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Vaglia

Camorra: Casalesi riciclavano in un’impresa di trasporti di Vaglia

La guardia di finanza ha scoperto un sistema di riciclaggio tra Toscana e Emilia Romagna adoperato dalla criminalità organizzata campana

Si può essere allo stesso tempo ‘vittima e carnefice’? Si, si può, come dimostrato questa mattina dai vertici della Guardia di Finanza di Firenze. E’ la storia di un imprenditore di Barberino del Mugello, titolare di una ditta di trasporti di Vigna, la Paterno Trasporti. Una storia complicata che lega assieme crisi economica, criminalità organizzata e riciclaggio. Al centro delle indagini proprio l’imprenditore di Vaglia, prima ‘complice’ del traffico illecito di denaro, poi la testa di ponte grazia alla quale gli uomini delle Fiamme Gialle hanno fatto luce sui reati. E la lista contestata è molto lunga: associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, truffa, fatturazione per operazioni inesistenti e presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli.

Tutto inizia nell’ottobre del 2004. La Paterno Trasporti, fallita nel 2006, secondo quanto dichiarato questa mattina dai finanzieri, allora navigava in cattive acque finanziarie. Così l’imprenditore di Barberino viene messo in contatto, attraverso un mediatore, con un imprenditore campano, G.G. residente a Vignola nel modenese. E’ lui il perno su cui ruota l’intera vicenda; in pratica un tramite. Si perché l’uomo, cinquantunenne arrestato nel 2007 per traffico di stupefacenti dalla Procura di Napoli, era il tramite di clan camorristici affiliati ai Casalesi, i veri gestori di questo complesso sistema di riciclaggio. Un architettura illecita messa in piedi per ripulire i soldi sporchi della malavita. Come? Il modenese si mette in contatto con l’imprenditore di Vaglia e gli propone un affare particolare. Così la Paterno Trasporti nel 2004 da una parte comincia ad emettere fatture, in totale 7 milioni di euro, per operazioni inesistenti commissionate da società intermediarie domiciliate tra Napoli, Forlì ma anche in Francia e in Repubblica Ceca; dall’altra subappaltava le commesse false, con tanto di fatturazione, ad una serie di imprese sub-vettori, per un importo di circa 6,5 milioni di euro. Alla fatturazione seguiva, ovviamente, il movimento finanziario in entrata ed in uscita. In questo modo ditta di Vaglia recitava il ruolo di ‘filtro’ del denaro che, una volta ripulito, ritornava nelle tasche dei clan campani, i Ruocco ed i Fabbrocino. All’imprenditore di Barberino andavano in tasca 80-100 euro ogni falsa commissione, più l’indebito credito IVA, circa 300mila euro, visto le committenti estere erano state dichiarate non imponibili.

Per qualche mese, fino alla metà del 2005, il sistema è andato avanti così, senza particolari problemi, con i clan che sono riusciti a riciclare 1,7 milioni di euro. Poi la macchina si è inceppata. La Paterno infatti ha continuato a pagare per i falsi trasporti subappaltati, ma nel frattempo si era chiuso il rubinetto delle entrate; i camorristi non pagavano più, o meglio lo facevano attraverso assegni scoperti o protestati. L’organizzazione criminale in sostanza prima ha utilizzato l’azienda di Vaglia per le operazioni di riciclaggio, poi l’ha svuotata finanziariamente attuando una vera e propria truffa, per circa 5,4 milioni di euro. Così è scattata la denuncia per truffa da cui è partito il filone indagatorio. “Siamo abbastanza convinti – hanno spiegato gli ufficiali della Guardia di Finanza – che l’imprenditore di Vaglia non fosse completamente consapevole del meccanismo in cui era coinvolto. Ne ha preso coscienza man mano questa specie di collaborazione è andata avanti. Tanto che lui stesso si è rivolto ad un avvocato per far chiarezza, che poi l’ha spinto a denunciare il fatto”. Una denuncia che ha portato alla lunga lista di capi di accusa, e ha indotto il pm Pietro Suchan a inoltrare al giudice per l’udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per 11 indagati. Tra questi anche colui che ha dato il là all’inchiesta, l’imprenditore di Vaglia, anche se per lui le accuse sono più lievi: si parla infatti di falsa fatturazione e presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli.



 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Camorra: Casalesi riciclavano in un’impresa di trasporti di Vaglia

FirenzeToday è in caricamento