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Cronaca

La calciatrici afgane accolte a Firenze: "Preoccupate per chi è rimasto là, aiutate anche loro"

Le tre ragazze ricevute in Palazzo Vecchio dal sindaco Nardella: "Firenze darà loro una nuova speranza"

Da qualche giorno sono arrivate a Firenze, scappate dal nuovo/vecchio Afghanistan dei talebani. Le tre calciatrici afghane assieme al loro allenatore ieri sono state ricevute a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella, con la tuta rossa e bianca del San Paolino Caritas, la stessa che per l'occasione indossava il primo cittadino.

Due giocano in difesa, una in attacco. In testa hanno il velo, l'hijab. Forse lo toglieranno, ancora non l'hanno deciso: "Siamo abituate a portarlo fin da piccole".

Preferirebbero parlare solo di calcio, ma ovviamente è impossibile. Sono arrivate a Firenze dopo un pericoloso viaggio, in incognito, di 24 ore, prima da Herat a Kabul e poi dalla capitale afghana all'Italia.

"Da quando siamo arrivate siamo al sicuro, ci sentiamo bene. Prima non potevamo vivere così tranquillamente. Avevamo molta paura per talebani e ne abbiamo ancora", dicono le ragazze, che qui intendono proseguire gli studi.

Se da un lato queste ragazze possono tirare un sospiro di sollievo, dall'altro la preoccupazione è tanta per chi non è riuscito, amici e parenti, a lasciare l'Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani. "Siamo preoccupate per la loro situazione, è necessario aiutare anche loro, non abbandonarli".

"Le ragazze della squadra di calcio di Herat sono al sicuro in città. Hanno lasciato tutto in Afghanistan: le loro famiglie, i progetti di vita, la squadra di calcio. I talebani non permettono che le donne facciano uno sport e hanno bruciato le loro maglie e tutte le loro cose. Sono scappate da morte sicura e hanno lasciato ogni speranza. Firenze ora - scrive in un post su Facebook il sindaco -, darà loro una nuova speranza".

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