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Giovedì, 28 Marzo 2024

Cadaveri nelle valigie: il Ris a caccia di tracce nella casa di via Fontana / VIDEO

Domani l'interrogatorio di Elona Kalesha, indiziata del duplice delitto dei coniugi Pasho. Quali sono i sospetti su di lei

I carabinieri che indagano sul duplice delitto dei coniugi Pasho hanno effettuato stamani un ulteriore, doppio sopralluogo con il Ris, la sezione scientifica dell'Arma, nella casa di via Fontana 40 e nel garage di via del Pantano 16/Z, ritenuti due plausibili 'luoghi chiave' per la risuluzione del giallo.

Il sopralluogo è terminato nel pomeriggio e, come spiega una nota emessa dall'Arma stessa, "Il Ris sta rientrando a Roma con delle tracce repertate la cui natura sarà stabilita da accertamenti che si effettueranno nei laboratori di Roma. I risultati stabiliranno se sono tracce utili ai fini dell'indagine". 

Intanto domani si terrà l'interrogarorio in carcere di Elona Kalasha, l'ex compagna del figlio della coppia uccisa e fatta a pezzi. L'indagata, difesa dall'avvocato Federico Febbo, si è avvalsa fino ad ora della facoltà di non rispondere.

Perchè Elona Kalesha è indiziata del duplice delitto

Nel frattempo il caso si arricchisce di nuovi elementi investigativi che aggravano la posizione dell'indagata. Nel novembre 2015, Kalesha sarebbe infatti stata vista dai condomini dell'appartamento di via Fontana 40, già sequestrato dai carabinieri e nelle scorse ore sotto la lente del Ris, mentre portava via una o più buste e valigie da cui colava materiale nauseabondo che lei giustificò come vino uscito da bottiglie rotte.

Lo hanno riferito alcuni testimoni residenti nel palazzo ai carabinieri, in deposizioni rilasciate nel fine settimana. I teste avrebbero anche parlato di materiale rappreso nell'androne e di odore di carne provenire dall'appartamento. Anche sulla base dei loro racconti, oltre che sul pericolo di fuga dell'indagata, è scattato il fermo del pubblico ministero. La donna è accusata di duplice omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri fatta grazie ai condomini, Elona Kalesha venne vista lasciare frettolosamente l'abitazione di via Felice Fontana nel novembre 2015, portandosi via le valigie l'ultimo giorno di scadenza del contratto di locazione dell'appartamento, preso in affitto a nome suo ma dove invece alloggiavano, per un breve periodo, Shpetmi e Tauta Pasho. I genitori del fidanzato dell'epoca Taulant, è stato ricostruito, detenevano con sè un 'tesoretto' da diverse decine di migliaia di euro, frutto pare di un risarcimento per un incidente stradale.

Sempre nel 2015, per le proteste degli altri condomini riguardo al cattivo odore, la proprietaria dell'alloggio, situato al piano terra, chiamò il 112, la pattuglia ispezionò l'appartamento, che era ormai stato liberato a fine contratto da Elona Kalesha, ma non emersero anomalie particolari. Ed è proprio nella casa a Novoli che i carabinieri ipotizzano sia stata uccisa la coppia albanese sparita e di cui sono stati ritrovati i resti alcuni giorni fa dentro, appunto, quattro valigie.

Elona Kalesha però non è stata arrestata nella casa di via Fontana, dove lei di fatto non avrebbe mai abitato, ma in un'altra abitazione, a Rifredi. I coniugi Pasho furono visti l'ultima volta in vita l'1 novembre 2015 e, da testimonianze passate relative alle indagini sulla loro scomparsa, risulta che l'ultima persona a vederla fu proprio Elona.

Il decreto di fermo

Nelle quaranta pagine del fermo emesso dal pm Ornella Galeotti, inoltre, si ritiene che la donna abbia cercato in ogni modo di non far ritrovare l'appartamento di via Fontana, in cui avrebbe lei stessa 'sistemato' le future vittime, arrivate un mese prima dall’Albania per aspettare l'uscita dal carcere del figlio Taulant, all’epoca fidanzato di Elona e recluso per spaccio di droga.

Probabilmente - sostiene l'accusa - Elona aveva pianificato tutto. Movente i soldi o, forse, le 'frizioni' che aveva con i genitori del fidanzato, in particolare con la madre Teuta che mal tollerava l’ingerenza della Kalesha nelle loro questioni familiari. Dopo il delitto, Elona avrebbe tentato di cancellare le tracce e di costruirsi un alibi e sviare da sè le indagini, costruendo ad arte un personaggio di donna maltrattata e succube delle violente pulsioni dell’allora fidanzato.

Non solo. Ad ogni favorevole occasione, Elona avrebbe anche depistato le indagini sulla scomparsa, omettendo di comunicare alla famiglia dove fosse l’appartamento preso in affitto per i Pasho e poi fornendo versioni contrastanti sull’ultimo contatto avuto con la coppia. Anche le denunce di cinque anni fa di Vittoria Pasho, la sorella di Taulant, sarebbero state ’viziate’ da lei: teneva in pugno la ragazza, hanno ricostruito gli inquirenti, perché sapeva della sua relazione con un uomo sposato. I coniugi Pasho, che il sabato sera avevano dormito da un nipote a Castelfiorentino, potrebbero essere stati uccisi nel sonno. All’improvviso.

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