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Cronaca Le Cascine / Via Felice Fontana

Cadaveri nelle valigie: inchiesta chiusa. Elona unica accusata, ignoti i complici

Taulant Pasho e la sorella di Elona sono uscite di scena. Sotto accusa resta solo l'ex compagna del figlio delle vittime

La procura di Firenze ha chiuso le indagini sul duplice omicidio di Shpetim e Teuta Pasho, i coniugi albanesi i cui cadaveri fatti a pezzi sono stati ritrovati nel dicembre 2020 in quattro valigie abbandonate in un campo sotto la Fi-Pi-Li, a ridosso del carcere di Sollicciano.

L'avviso di conclusione indagini riguarda solo Elona Kalesha, 37 anni, ex fidanzata del figlio della coppia, Taulant Pasho. La posizione di quest'ultimo nelle scorse settimane è infatti stata archiviata dal gip, su richiesta della procura. La pm Ornella Galeotti, titolare delle indagini, di recente ha anche chiesto l'archiviazione delle accuse a carico di Denis Kalesha, fratello di Elona.

Quest'ultima, detenuta da dicembre scorso nel carcere di Sollicciano, è indagata per i reati di omicidio volontario, vilipendio di cadavere e occultamento di cadavere. Le accuse sono contestate in concorso con persone al momento non individuate.

La ricostruzione

Secondo gli inquirenti, il duplice omicidio avvenne la sera prima della scomparsa, nell’appartamento a Firenze, in via Fontana, che Elona aveva affittato proprio per i genitori del fidanzato. Sempre secondo l’accusa, la 37enne avrebbe ucciso i due coniugi Pasho per evitare che rivelassero al figlio che la fidanzata aveva abortito un bambino concepito quando Taulant era già detenuto.

La scomparsa dei coniugi Pasho, arrivati in Italia per salutare il figlio Taulant, che sarebbe uscito dal carcere di Firenze la mattina del 2 novembre del 2015, venne denunciata dalla figlia della coppia, Vitore, ai carabinieri di Castelfiorentino, dove risiede e dove i suoi genitori sono stati sepolti.

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