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Cronaca

Campi Bisenzio: migliaia di borse di Hermes false, evasione milionaria

La GdF ha ricostruito il volume di affari di una famiglia che vendeva borse griffate assemblate usando anche con prodotti originali. Scoperta un'evasione di oltre 13 milioni di euro

La guardia di finanza ha ricostruito il volume d’affari di un imprenditore di Campi Bisenzio che assieme a  moglie, figlio, nuora e altre due persone produceva borse contraffatte a marchio Hermes per rivenderle in Italia e all’estero. Dalla documentazione contabile sono emerse cessioni a Honk Kong, Thailandia, Taiwan, Belgio, Bulgaria e Stati Uniti. In Italia a Milano e Prato. In realtà le esportazioni all’estero non sono mai avvenute mentre per le vendite in Italia sono stati indicati nominativi di persone ignare di tutto; in alcuni casi le ricevute erano intestate a persone decedute. In sostanza i documenti servivano solo ad accompagnare la merce venduta, nascondendo i reali destinatari. Dalla ricostruzione delle fiamme gialle l’evasione fiscale ammonterebbe a oltre 10,7 milioni di euro con un mancato versamento di Iva per 2,3 milioni di euro e Irap per 404mila euro.

Le borse contraffatte, principalmente modelli “Birkin” e “Kelly”, erano di primissima qualità sia per pellame  sia per la minuteria metallica. Addirittura alcuni materiali, come tinture e lucchetti, venivano acquistati da gli stessi fornitori della “Hermes Paris”.
Gli accertamenti hanno permesso di constatare che la vendita delle borse è avvenuta sì con fattura ma ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello reale, spacciando il prodotto per una borsa a buon mercato piuttosto che di una griffatissima Hermes. A fronte di un volume d’affari dichiarato di 3 milioni di euro è stato riscontrato un volume reale di oltre 13 milioni. E' stato accertato che dal 2008 al 2010 sono state prodotte 4.848 borse false.

Delle sei persone che componevano il sodalizio criminale, tre sono finite in carcere e altrettante agli arresti domiciliari. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti nonché per ricettazione. Il titolare della società è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria di Firenze per il reato di dichiarazione infedele.

 

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