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Cronaca

Bomba alla libreria di CasaPound, dai peli si spera di trovare il Dna

La 'cellula' che ha colpito sarebbe arrivata da fuori, 'elementi torinesi' in città da giorni: al setaccio i tabulati telefonici

Nuovo sopralluogo, ieri, della polizia scientifica in via Leonardo da Vinci, dove è esplosa all'alba di Capodanno la bomba artigianale che ha ferito gravemente l'artificiere Mario Vece, che perso la mano sinistra (amputato) e ha riportato gravissime lesioni all'occhio destro.

La polizia scientifica ha setacciato la zona palmo a palmo. Sono state trovate possibili impronte digitali, forse tracce di saliva. Un elemento importante potrebbero essere i frammenti di peli trovati sul nastro adesivo utilizzato per confezionare l'ordigno: la speranza, anche se è un'operazione non facile, è quella di risalire al Dna dell'attentatore, per poi incrociarlo con quelli presenti sulle banche dati delle forze dell'ordine.

Intanto gli inquirenti continuano a battere la pista anarchica, anche per le analogie con attentati effettuati in passato a Genova e Torino. E proprio dal capoluogo piemontese sarebbero giunti, secondo gli inquirenti, gli 'elementi' di area anarchica che avrebbero posizionato l'ordigno, oppure aiutato alcuni fiorentini a farlo.

Secondo la Digos alcuni torinesi sarebbero stati in città già da alcuni giorni prima di Capodanno, avrebbero effettuato un sopralluogo in zona per studiare come colpire e come evitare le riprese delle telecamere.

Le indagini proseguono con l'analisi dei tabulati telefonici e dei video delle telecamere delle zona: una di queste avrebbe ripreso l'attentatore. L'inchiesta aperta è per tentato omicidio.

FOTO - Ordigno esplode di fronte a libreria in via Leonardo Da Vinci

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