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Cronaca

Blocco del grano? Chi produce con quello toscano soffre di più la siccità

Avevano puntato sulla filiera corta: la mancanza di acqua rischia di penalizzare le aziende più della guerra

La guerra militare, con tante tante vittime, si porta con sé anche la guerra economica. Il blocco del gas, ma anche quello del grano rischiano di cambiare la geografia mondiale. E se a rischiare concretamente i razionamenti per i mancati approvvigionamenti energetici è la stessa Italia, con lo stop al grano mezza Africa rischia letteralmente di morire di fame. Una minaccia atroce quanto mirata, da parte di Putin, a tirare in ballo le responsabilità di tutto l'Occidente.

In questo scenario difficile, c'è chi ha puntato sulla riscoperta dei grani antichi. E lo ha fatto andandoli a produrre a casa propria. Così, le tante aziende che producono con farine locali, ci avevano visto lungo, per non risentire di conseguenze come quelle della crisi ucraina. 

C'è però un ulteriore problema che si è abbattuto sulle aziende agricole, toscane, come quelle di tutta Italia: la siccità. A lanciare l'allarme è la Coldiretti con l'inizio della mietitura di orzo, avena, farro e grano. Ma non sta andando come si sperava. 

Le precipitazioni quasi assenti nei mesi cruciali di febbraio e marzo ed il caldo record di maggio peseranno: quest'anno verrà raccolto  meno nel 2022, con rese anche dimezzate in alcune aree della regione che sono state più messe a dura prova dalla siccità intensa e dal caldo record come quelle della maremma Sud e dell’area costiera.

Secondo un primo monitoraggio di Coldiretti Toscana la riduzione delle rese per ettaro, stimate tra il 20 ed il 30% in meno, “mangeranno” i già ridottissimi margini di redditività dei cerealicoltori che hanno già dovuto subire incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo il Crea.

“Se ci andranno in pari sarà già un miracolo contando che quest’anno il prezzo per quintale del grano sarà in generale maggiore rispetto allo scorso anno. Mesi di lavoro ed attese sono stati spazzati via da una concatenazione di fattori congiunturali e climatici che non hanno precedenti. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La siccità sta compromettendo il 30% della produzione agricola regionale in un momento storico in cui c’è bisogno di produrre più cibo e materie prime agricole per riappropriarci della nostra sovranità alimentare”.

Il frumento costituisce il 58% della produzione totale del comparto cerealicolo regionale e la Toscana produce il 3% del prodotto nazionale. In Toscana si è prodotto complessivamente, nel 2021, 1,7 milioni di quintali di grano duro e 950 mila quintali circa di grano tenero. 

Coldiretti chiede per questo "una forte accelerazione sulla realizzazione di queste strutture e da parte delle aziende nel mettere in atto tutte le misure per un’agricoltura sempre più intelligente nel consumo mirato delle risorse idriche" ed "uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti e definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui il paese ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.

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