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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Il cardinale Betori striglia Firenze: "Un'improvvisa voglia di trasgressione in città"

In pieno scandalo escort arriva la durissima omelia dell'arcivescovo: "Un'improvvida voglia di trasgressione passa dalle piazze ai luoghi della cultura, anche qui senza che si notino apprezzabili reazioni"

San Giovanni a Firenze vuol dire tante cose: i ‘fochi’ da veder sui ponti dell’Arno; la finale del Calcio storico, la consegna dei Fiorini d’Oro. C’è il ‘profano’, insomma, quello vivo, necessario, che scalda la carne e l’anima. Ma c’è anche il sacro ad occuparsi di altre questioni, sempre delle carne e dell’anima. Si perché durante la festa del sano patrono c’è la messa in Duomo. E Firenze oggi ha dovuto fare i conti con l’omelia dell’arcivescovo Betori. Parole durissime, arrivate nei giorni della città a luci rosse, tra escort, vip e indagini della procura: “Un’improvvida voglia di trasgressione passa dalle piazze ai luoghi della cultura, anche qui senza che si notino apprezzabili reazioni, pur con qualche lodevole eccezione. E ancora: “Si aprono spazi di trasgressione, in tutte le forme possibili, che incidono sull’identità stessa della città”, che deve “salvaguardare i beni di cui è custode” continuando “a generare bellezza e cultura. Il rispetto dei nostri luoghi d’arte ne è il presupposto, non per ridurci a un museo”.

Parlando di “una delle carenze più evidenti del nostro tempo, cui non sfugge neanche la nostra città”, Betori ha citato “l’incapacità di discernere ciò che va approvato e ciò che va contrastato, ciò che è bene e ciò che è male e, per estensione, ciò che è giusto e ciò che è illecito, ciò che è bello e ciò che è brutto. Perché bene, giustizia e bellezza si tengono insieme, come la storia di Firenze mostra, o cadono insieme”. Secondo il cardinale Betori non mancano “segnali preoccupanti che ci dicono quale scivolamento del vivere civile e del comportamento personale può generarsi tra noi quando istinti e desideri prendono il sopravvento sull’oggettività del bene e del bello”. Il rispetto dei luoghi d’arte serve “a far comprendere a tutti il senso dell'umano e del divino che li ha generati”.

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COCAINA, POVERTA’, GIOCO D’AZZARDO, E CARCERI – Finita qui? Neanche per sogno, l’arcivescovo ne ha per tutti e durante la ‘predica’ snocciola una per una le criticità della città. Firenze “è al quarto posto in Italia per presenza di senza dimora” e in città si registra “una allarmante crescita del bisogno alimentare”. E poi, “come non reagire alla notizia del primato di questa città nel consumo di cocaina e agli avvertimenti circa la diffusione anche tra noi della piaga del gioco d'azzardo?”. “Un’ultima parola – ha aggiunto – devo ancora dedicarla alle nostre carceri. Anche qui c’è da chiedersi come la terra che si gloria di essere stata la culla di una delle svolte più significative del diritto penale, con la cancellazione per primi della pena di morte, possa tollerare che uomini e donne vivano in condizioni a dir poco disumane”

SENZA DIMORA – I senza dimora sono “quasi duemila persone – ha detto il cardinale – quindi centinaia e centinaia di famiglie cui è negata la possibilità di un tetto che le accolga. Sarebbe grave che si assistesse a questa tragedia senza reagire, nell'indifferenza dei più e lasciando la sola responsabilità alle istituzioni. La Chiesa fa e farà sempre la sua parte”. “Aumenta la gente che letteralmente ha fame – ha aggiunto – mentre non si riescono a debellare le gravi forme di spreco che definiscono il nostro stile di vita. Quando poi lo spreco non diventa anche un pernicioso vizio, che apre a ulteriori baratri”. “La denuncia – ha concluso – non può essere fine a se stessa se non vuole scadere nel moralismo. C’è bisogno anche di un appello positivo”. Per Betori “abbiamo bisogno che ogni percorso di riconoscimento della verità sia un percorso fatto insieme, come un popolo, una famiglia, la cui unità scaturisce dal riconoscersi intessuti dallo stesso principio umano, che è la nostra dignità ma anche la nostra missione”.

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