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Cronaca

Carceri e indulto, l'arcivescovo Betori: "Troppe promesse sono annegate nel nulla"

Il vescovo di Firenze dopo aver letto in chiesa la lettera di alcuni detenuti di Sollicciano: "Ho potuto vedere di nuovo come il sovraffollamento delle carceri e la loro organizzazione renda crudeli e barbare le pene inflitte ai detenuti"

I radicali fiorentini dell’associazione “Andrea Tamburi” hanno manifestato ieri al piazzale Michelangelo per chiedere al Parlamento l’approvazione dei provvedimenti di amnistia e indulto, “unici in grado di ristabilire la legalità costituzionale ed europea, così come auspicato dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere e ancora ieri nel messaggio di Capodanno”. L’associazione, hanno fatto sapere, prosegue “l’iniziativa per il ripristino di una giustizia giusta e dello stato di diritto”.

BETORI – La ‘ri-nascita’ dei detenuti “significa il superamento della non-vita per non-persone che siamo costretti a subire”. “Per noi, la luce da seguire è sempre più piccola e sempre più lontana; ogni giorno è una lotta per restare umani, per non perdere noi stessi e la nostra dignità, quando le necessità sono quelle primarie” perché “siamo gli ultimi degli ultimi, e il carcere funziona come una discarica, dove nascondere i problemi sociali”. E' quanto scrivevano in una lettera consegnata all'arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori, un gruppo di detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano. Una lettera che Betori ha voluto leggere ieri sera, durante la messa per la solennità di Maria Santissima, rilanciando la loro voce ‘soffocata’, il loro appello contro la condizione carceraria: “Possa la mia voce” ha detto l’arcivescovo far risuonare quelle parole “con maggior forza nella coscienza di quanti possono e debbono provvedere. Troppe promesse sono purtroppo annegate nel nulla. Non questa volta, per favore!”.

Prendendo spunto dal messaggio per la Giornata della Pace di Papa Francesco, Betori ha ricordato la sua ultima visita a Sollicciano dove, ha detto ai fedeli presenti nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, “ho potuto vedere di nuovo come il sovraffollamento delle carceri e la loro organizzazione renda crudeli e barbare le pene inflitte ai detenuti - ha spiegato a -, che il carcere dovrebbe non annientare nella loro umanità ma al contrario redimere per un reinserimento positivo nella società”.

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