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Cronaca

Morte del gip Barillaro in Namibia, Grillo: “Ingroia si guardi dai camion”

Grillo sul suo blog riporta la cronistoria della vita del giudice Barillaro morto il 23 luglio scorso in un incidente in Namibia. E ancora:"Ingroia si guardi dai camion"

Ieri sono arrivati in Italia i resti di Michele Barrilaro, il gip morto il 23 luglio in un incidente sulle strade della Namibia assieme a un cameriere namibiano e l’avvocato Roberto Colcellini. I tre erano a bordo di un fuoristrada, per una battuta di caccia, quando si sono scontrati frontalmente con un camion. Ieri e oggi si sono svolte le esequie del giudice nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Vicofaro a Pistoia. E ancora oggi Beppe Grillo ha così intitolato un lungo post: “Lo strano caso del giudice Barrilaro”. Grillo ha ripercorso le tappe della vita del magistrato e i casi che ha affrontato nella sua carriera. Chiudendo con una raccomandazione verso un altro magistrato in prima linea contro la mafia, Antonio Ingroia: “Ingroia si guardi dai camion”.

Questo quanto scritto nel suo blog da Grillo: “Il 25 luglio 2012 un camion si scontra frontalmente con una Land Cruiser che si dirige verso Otijwarongo in Namibia. I tre occupanti dell'auto muoiono sul colpo, tra loro c'è il giudice Michele Barillaro. Il conducente del camion si salva. Qualche settimana prima, il 9 luglio, il ministero dell'Interno aveva tolto la scorta a Barillaro, gip presso il tribunale di Firenze. In seguito, il 16 luglio, Barillaro aveva ricevuto delle minacce contenute in una lettera recapitata all'Adnkronos. Una lettera non firmata e non rivendicata, scritta in rosso: "Compagni!!!! BARILLARO senza SCORTA Senza PIU' celerini che lo guardano come un bambino idiota: CHE REGALO!! Grazie ai neri burocrati suoi degni compari che l'hanno giustiziato con le loro mani!! Ladro di stato era ora! Fascista e impunito!! Gli scrivani del popolo diventano giustizieri della storia I Compagni lo manderanno a far compagnia a un altro fascista vent'anni dopo via d'amelio BARILLARO è il nostro regalo di compleanno". A chi gli chiese se aveva paura delle minacce, Barillaro rispose con un sorriso.
Chi era Barillaro? E' stato consigliere applicato alla Corte d'Assise d'Appello di Caltanisetta dove ha redatto la sentenza nel processo Borsellino ter sulla strage di via D'Amelio e la sentenza nel processo a Totò Riina e altri per l'attentato all'Addaura contro Giovanni Falcone. Per la sua attività gli fu assegnato il premio internazionale "Rosario Livatino". Su Borsellino disse "Ora tutti lo osannano, ma a quei tempi era stato lasciato solo". A Firenze, Barillaro si era occupato del pericolo degli anarco insurrezionalisti, ma soprattutto delle infiltrazioni mafiose e delle loro relazioni con l'enorme riciclaggio verso la Cina, che denunciò pubblicamente. L'11 luglio la Guardia di Finanza eseguì 111 perquisizioni sequestrando 47 milioni di euro in un'operazione sul trasferimento di soldi dall'Italia alla Cina. L'operazione, firmata da Barillaro, era la terza del genere. Per il flusso di denaro illegale, in totale, sono stati scoperti 4,5 miliardi di euro, 24 persone arrestate e 581 denunciate. Numeri pazzeschi per un giudice a cui era stata tolta la scorta. Il 25 luglio, lo stesso giorno della morte di Barillaro, Ingroia veniva ufficialmente trasferito in Guatemala, il giorno successivo moriva Loris D'Ambrosio di infarto fulminante senza che ne fosse disposta l'autopsia. Spariva così il custode delle suppliche di Mancino, imputato al processo di Palermo per i collegamenti mafia - Stato. Ingroia si guardi dai camion. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere".

 

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