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Cronaca Centro Storico / Piazza della Signoria

Battaglia di Anghiari, Paolucci convinto: "Non può non incuriosire"

Il direttore dei musei vaticani, ed ex sovrintendente del polo museale fiorentino, pienamente convinto della bontà della ricerca dietro la tela del Vasari

La Battaglia di Anghiari? Secondo Antonio Paolucci, direttore dei musei vaticani, ed ex sovrintendente del polo museale fiorentino, “non può non incuriosire”. Le ricerche sull’affresco di Leonardo, capolavoro perduto del genio Vinci, sta letteralmente spaccando in due il mondo della storia dell’arte. Tra scettici, contrari, interventisti, appassionati, il dibattito, un po’ chiacchera, un po’ scienza ed un po’ politica, si fa sempre più serrato. A questo coro di voci mancava quella di Paolucci, uno dei più grandi esperti di storia dell’arte italiana e fiorentina. “Capire come si è comportato Giorgio Vasari con il dipinto di Leonardo da Vinci è uno dei rebus più affascinanti della psicologia della storia dell'arte”, ha sottolineato ieri l’ex sovrintendente.

MISTERO – In questo mistero, ha continuato Paolucci, “due possibilità si danno: uno, Vasari, amicissimo di Michelangelo, per fare un piacere al suo 'tutor romano', essendo a conoscenza dei non buoni rapporti tra questo e Leonardo, ha picconato i resti della Battaglia nel salone dei Cinquecento. Seconda ipotesi – ha proseguito Paolucci – prevale in Vasari il critico d'arte, e nonostante ‘l’appecoramento' verso Michelangelo, non se l’è sentita di picconare Leonardo e lo ha coperto pietosamente con un velo di mattoni”. “Comunque sia andata – ha concluso il direttore dei musei vaticani - è interessante capire come si è comportato il Vasari in questo misterioso frangente della storia dell’arte”.
 

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