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Cronaca Centro Storico / Piazza della Signoria

Battaglia di Anghiari, l'esperta: "Quel nero trovato non prova niente"

Secondo Cinzia Pasquali le prove rinvenute dal gruppo di ricerca in Palazzo Vecchio rimarrebbero deboli: "Quel tipo di pigmento era usato da molti artisti e non solo da Leonardo"

La Battaglia di Anghiari e quel ‘nero’ rintracciabile anche nella Gioconda trovato sotto il Vasari a molti non convince. Come a Cinzia Pasquali, la famosa restauratrice che ha appena portato a termine il restauro di “Sant'Anna, la Vergine e il Bambino”, uno degli ultimi capolavori di Leonardo conservato al Louvre, a Parigi. “Un annuncio senza prove scientifiche – ha affermato la Pasquali – non basta a dimostrare che dietro il Vasari c’è un’opera di Leonardo. Quel tipo di pigmento era usato da molti artisti e non solo da Leonardo. Il fatto che sia presente sulla Gioconda non prova nulla. A questo punto dico ai ricercatori: pubblicate i risultati delle analisi. E’ l’unico modo per potersi fare un’idea della situazione reale”. Insomma l’operazione, secondo l’esperta, apparterrebbe più alle regole del business ed a scopi “mediatici”, che al valore scientifico.

Ma le stoccate della Pasquali non si fermano qui: la restauratrice infatti attacca a muso d’uro l’intero impianto che governa il progetto: “Secondo me è un’aberrazione effettuare analisi distruttive su un capolavoro come quello del Vasari solo per togliersi la curiosità di sapere se dietro si nasconde un Leonardo”. Tanto da farle lanciare un appello preciso: “Non capisco perché tanta fretta. Aspettiamo. Sapendo che la diagnostica progredisce a grandi passi, aspettiamo una nuova tecnica che permetta di intervenire senza effettuare azioni irreversibili”. La restauratrice romana è contraria al fatto che siano stati effettuati dei “fori, per quanto piccoli” sull’opera del Vasari. Per lei comunque si tratta di “analisi distruttive. E’ come supporre – precisa – di mettere il Vasari in secondo ordine. La diagnostica deve intervenire senza distruggere. E’ in questa direzione che vanno tutte le tecniche moderne di restauro, si tende a non prelevare mai. Non si distrugge”.
 

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