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Cronaca

Evasione e riciclaggio: sequestrati bar, pizzeria e conti per 3 milioni

Operazione congiunta di Dia e Guardia di Finanza. A Firenze sequestrati il bar Il Barco e Pizzaman di via Baracca e la pasticceria Caldana in piazza Leopoldo

Associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e all'evasione fiscale. E’ stata scoperta dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Firenze, assieme alla Guardia di Finanza e coordinati dalla procura di Firenze. Tra la province di Firenze, Prato e Crotone sono stati sequestrati beni mobili, immobili e societari per circa 3 milioni di euro.

A Firenze sono stati sottoposti a sequestro noti locali come il bar pasticceria Caldana di piazza Leopoldo, il bar Il Barco e la pizzeria ristorante Pizzaman, entrambi in via Baracca. A Prato sequestrato il bar Becco D'Oca in via Ferrucci e appartamenti pregiati del complesso immobiliare Il Teatro, nel quartiere del Pino. In merito alla pizzeria Pizzaman, la 'Sapore di Pizza S.r.l.' ha precisato che "la società è la titolare unica ed esclusiva del marchio di impresa 'Pizzaman' ", dichiarando di "non aver nessun rapporto con la società che gestisce la pizzeria sita in via Baracca a Firenze, contro la quale pende già da tempo una questione giudiziaria avente ad oggetto lo stesso marchio 'Pizzaman' ".

Le indagini ruotano intorno all'imprenditore calabrese Giuseppe Iuzzolino, 79 anni, residente a Crotone ma dimorante in via Baracca, poco distante dai locali al centro delle indagini. Iuzzolino, che da tempo aveva trasferito le sue attività economiche in Toscana, è agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta del bar Il Barco. Indagate altre 5 persone: Vincenzo Benincasa, Castiglione Martino, Luigi Guercio, Fiore Guercio e Alfredo Aldrovandi, quest'ultimo originario del bolognese, l'unico non calabrese del gruppo.

Grosse somme di denaro nero venivano accumulate nel settore delle costruzioni, in particolare realizzando e vendendo appartamenti a Prato. Per ripulire il denaro sporco e reinserirlo nel circuito economico legale, venivano create società ad hoc, nella cui contabilità ufficiale venivano reimmesse ingenti somme di denaro, mediante sofisticati sistemi di riutilizzo dei capitali.

Il denaro fatto a nero veniva utilizzato anche per acquisire bar, ristoranti e attività commerciali, intestate a prestanome regolarmente stipendiati, e serviva pure per effettuare ristrutturazioni, pagare i fornitori e i dipendenti.

Nel complesso, tra le tre province interessate, sono stati sottoposti a sequestro preventivo 9 società, 3 bar pasticcerie, 1 ristorante pizzeria, 7 appartamenti, 5 tra auto e moto e 42 rapporti bancari, tra conti correnti, libretti di deposito e dossier titoli. Nel corso delle stesse indagini è stata accertata l'esistenza di un flusso di denaro verso la Calabria, in favore del reggente della 'ndrina 'Giglio' di Strongoli, sul quale sono in corso ulteriori accertamenti.

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