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Cronaca

Banca Etruria, Rossi: "Tutelare i piccoli risparmiatori, che si sono fidati delle banche"

Il presidente della Regione interviene sul recente salvataggio di quattro banche: "Perché si è atteso tanto tempo prima di intervenire?"

"La vicenda del recente salvataggio di quattro banche Popolari colpisce fortemente centinaia di migliaia di risparmiatori. Nel solo caso di Banca Etruria, sono 36mila i toscani coinvolti. Dopo le decisioni di Governo e Banca d'Italia, che hanno dato una soluzione alla crisi, restano ancora aperti interrogativi e soprattutto non si salvaguardano i piccoli risparmiatori". Lo ha affermato ieri il presidente della Regione Enrico Rossi, intervenendo sullo spinoso tema del salvataggio di Banca Etruria.

"I punti critici sono tre - prosegue Rossi -: i parametri di svalutazione delle sofferenze bancarie, il tempo trascorso prima di intervenire, l'efficacia della vigilanza di Banca d'Italia. Perché le sofferenze sono state svalutate all'82,5% e non al 60-65%, come per le altre banche? Perché si è atteso fino a questo punto? Banca Etruria, nella quale sono coinvolti i risparmi di migliaia di piccoli depositanti, aveva in totale circa 10 miliardi di attivo al momento del commissariamento. Dopo 9 mesi di gestione straordinaria l'attivo si è ridotto a 7,1. Il tempo trascorso senza trovare una soluzione - dalla fine del 2012 Banca Etruria è sotto la lente di Bankitalia - ha contribuito ad aggravare la crisi fino a renderla irreversibile, con costi per l'erario che qualcuno ha già quantificato tra 1 e 1,5 miliardi".

Oltre a sollecitare una risposta a questi interrogativi, Rossi avanza due proposte: "Andrebbe fatta una divisione tra sottoscrittori "istituzionali" (es. Fondazioni, Fondi, Assicurazioni etc., certamente a conoscenza di cosa avevano acquistato e dei rischi sottesi) e i piccoli risparmiatori privati, che certamente hanno sottoscritto moduli e clausole fidandosi soprattutto delle rassicurazioni delle banche".

E per i piccoli risparmiatori privati Rossi propone di "trasformare tali obbligazioni subordinate in strumenti partecipativi delle nuove banche e quindi condividere il destino dei nuovi azionisti. Oppure di prevedere che gli eventuali, maggiori introiti da una gestione attiva degli 8,5 miliardi di sofferenze confluite nella "bad bank" vadano a ristoro dei piccoli investitori. Per questo credo si rendano necessarie rettifiche al decreto e ai provvedimenti della Banca d'Italia".

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