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Cronaca

Avvelenamento cani, l’associazione denuncia: “Non sono casi isolati, si prendano provvedimenti”

I casi di sospetto avvelenamento nella zona di Bagno a Ripoli non sarebbero episodi isolati. A denunciarlo è Mariangela Corrieri, presidente della Onlus fiorentina contro il maltrattamento degli animali, chiedendo un intervento immediato da parte dei sindaci di tutta la Toscana

“La civiltà di un popolo si vede dal modo in cui tratta gli animali”. Cita Gandhi Mariangela Corrieri, presidente dell’associazione Antispecista Gabbie vuote, inserendo le parole di Mahatma alla fine di una lettera di denuncia in merito ai recenti episodi di sospetto avvelenamento di cani nella zona di Grassina.

“Soltanto poche settimane fa anche nel Parco dell'Anconella a Firenze sono stati avvelenati cani” –si legge nel testo- “Sappiamo che il fenomeno che riguarda il grande cuore degli italiani, non accenna a smorzare i suoi nefasti effetti perché la prevenzione non viene effettuata e la repressione ha già fatto le sue vittime”. 

Corrieri prosegue con un appello diretto al primo cittadino dell’area colpita e di tutta la regione: “Chiediamo al sindaco di Bagno a Ripoli e a tutti i sindaci della Toscana che si attivino presso i responsabili regionali affinché l'art. 10 dell L.R. 39/2001 venga rispettato dalla Regione che lo ha emesso e a se stessa lo ha rivolto. Nello specifico:

 ARTICOLO 10 -(Lista delle sostanze) 
  1.  La Regione, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, indica, sulla base della frequenza del loro utilizzo, una lista delle sostanze velenose, che per finalità propria, ovvero a causa del loro uso anche per la preparazione di esche e bocconi avvelenati, devono essere sottoposte a vendita in regime controllato tramite registrazione. 
  2.  La lista, di cui al comma 1  , aggiornata ogni due anni sulla base di eventuali variazioni nelle sostanze utilizzate, così come indicato dai reperti tossicologici relativi ai casi esaminati, è pubblicata integralmente sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana.
 
“Sono passati 14 anni –conclude Corrieri- Nel corso del tempo noi associazioni, sostenute dal Difensore Civico della Toscana, abbiamo chiesto ripetutamente il rispetto di tale articolo. Inutilmente e, se neppure le Istituzioni che emettono le leggi le rispettano, cosa dovrebbero fare i cittadini? A quale santo del paradiso dovrebbero rivolgersi per avere giustizia?”
 

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