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Cronaca

Crisi: “Aumenta il numero di animali riconsegnati nei centri”

In provincia di Firenze aumenta il numero di animali riconsegnati a causa della crisi economica. Una blogger chiede più visibilità sul tema e l'aiuto delle istituzioni

Non solo lavoratori e famiglie subiscono l’assalto mordente della crisi economica, ci sono anche gli animali domestici che devono aspettarsi da un giorno all’altro l’ultima passeggiatina al guinzaglio o l’ultimo agguato a un gomitolo di lana. Il fenomeno dell’abbandono forzato non affiora solo in Italia, già nel novembre scorso La Stampa riportava come i ‘padroni’ britannici non potessero più badare ai costi di sterilizzazioni e vaccinazioni. E la provincia di Firenze sembra presentare le medesime questioni.  

A denunciare la problematica una blogger che si occupa di adozioni di animali, Nicoletta Soverini. Difficoltà avvertite dall’editor di “Animali in Adozione Toscana” perché in contatto continuo con volontari e rifugi, quest’ultimi quasi fossero una seconda casa.

“Gli abbandoni non diminuiscono – racconta Nicoletta – e ci siamo accorti di un aumento delle persone che riportano gli animali ai canili e centri vari poco dopo gli affidamenti. Magari dopo un solo mese di adozione”. I dati dell’incremento sarebbero ‘tangibili’ dalle visite mensili sul blog. Numeri che possono affiancarsi a quelli forniti tra dicembre e gennaio dall’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) sull’abbandono obbligato a Firenze per cause come, appunto, perdita di lavoro e sfratto.

Alla radice del problema ci sarebbero i costi per sostentare i pet, spese onerose da ponderare e  contestualizzare con la crisi. Ad esempio se ai volontari, dai veterinari convenzionati a Firenze, sterilizzare un gatto maschio costa 30€, per un cane maschio di taglia media si arriva a 140. Questo solo per i randagi, ma per un privato si parla di un 50 percento in più. “Con la crisi  - spiega la blogger - tante persone sfrattate ci riportano gli animali perché non arrivano a fine mese e soprattutto perché non hanno più la condizione per mantenerli”.

 A questo si aggiunge il redditometro in cui sono state inserite le spese per gli animali."Capita che alcuni volontari si facciano carico di animali bisognosi presi dalla strada o da rifugi privati pagandogli ogni cura, con tanto di fattura. Vengono fatte collette per coprire il più possibile ogni spesa. Ma con il redditometro sembra siano milionari agli occhi del fisco e risulta difficile spiegare molte donazioni di 10 o 5 euro. Insomma il danno e la beffa" conclude Nicoletta. La richiesta è anche quella di godere di agevolazioni più consistenti: “l’aumento dell’Iva dal 20 al 21 percento sta facendo discutere molto tra i volontari”.

Tra le tante storie che circolano nei centri anche persone che a causa di una separazione sono costrette a riportare gli animali dove li hanno presi: “Alcuni si vergognano di dire che sono in difficoltà economiche a causa di una divorzio. Altre persone raccontano che i figli sono diventati allergici, tutto improvvisamente”.

Comunque le associazioni animaliste non mancano, e con loro le raccolte fondi necessarie per soccorrere le “bestiole”. Ma non sembra bastare. “Non bisogna creare nuovi canili, bisogna puntare a svuotare quelli che ci sono”.  L’idea è quella di creare un portale unico toscano per le adozioni con l’aiuto delle istituzioni.  In modo da favorire la gestione degli affidamenti e il monitoraggio delle condizioni degli animali.

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