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Cronaca Montelupo Fiorentino

Attentato incendiario a Montelupo: localizzato in Francia il terzo complice

Luca Bonvicini si trova in una cittadina francese. Potrebbe essere arrestato entro breve. Intanto Centopercentoanimalisti esprime solidarietà agli animalisti di Alf

Anche il terzo complice dell’attentato incendiario ai danni del Centro Latticini srl di Montelupo è stato localizzato dalla Digos. Luca Bonvicini, 41 anni di Bibbiano (Reggio Emilia), si troverebbe in una cittadina francese. Assieme a Filippo Serlupi D'Ongran, 22 anni di Firenze, e Lorenzo Oggioni, 29 anni, di Scandicci, completerebbe il commando incendiario che secondo la procura fiorentina e la Digos mise alle fiamme, distruggendoli,  otto furgoni dell’azienda. Sarebbero loro i tre uomini che poi, la mattina del primo dell’anno, rivendicarono l’attentato sotto la sigla Animal liberation front (Alf).

Bonvicini è l'unico dei tre accusati che ancora non è stato fermato dalla polizia. Secondo quanto appreso, in Francia avrebbe trovato riparo presso conoscenti, forse appartenenti alla 'rete' animalista. Potrebbe essere arrestato entro breve. Il pm Sandro Cutrignelli, dopo i due fermi a carico di Serlupi e di Oggioni, il quale si è costituito ieri, ha presentato al gip una richiesta di ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'intero 'terzetto'. Il pm ha sottolineato la finalità terroristica degli atti incendiari e dei danneggiamenti contro macelli e aziende della filiera alimentare scelti come obiettivi.

Dopo le udienze di convalida, Serlupi e Oggioni rimangono in carcere. Ai tre 'animalisti' la Digos è arrivata anche grazie al video ripreso dalle telecamere della ditta colpita a Montelupo Fiorentino, non tanto per le immagini dei tre - di cui uno a volto scoperto -, quanto perché' esse mostravano bene l'auto, e la sua targa, con cui il gruppetto ha raggiunto la ditta Centro Latticini srl la notte dell'1 gennaio. Sempre sull'attentato di Montelupo il movimento Centopercentoanimalisti ha diffuso una nota in cui esprime ''solidarietà ai militanti dell'Alf'' e afferma che ''le azioni dell'Alf non sono terrorismo, ma atti concreti di lotta per la liberazione animale''. ''Un'azienda casearia o un allevamento'', scrive, ''sono fabbriche di dolore o morte''.

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