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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Attentato alla maratona di Boston, la testimonianza di una fiorentina

La maratoneta fiorentina Valeria Bracaloni racconta di essere passata dal punto della deflagrazione un minuto prima dell'esplosione. Ecco la sua storia

L’attentato durante la maratona di Boston ha portato con sé morti, feriti, paure e soprattutto testimonianze. Come quella della fiorentina Valeria Bracaloni, maratoneta gigliata tra i circa 200 italiani presenti alla competizione. “Sono passata dal traguardo un minuto prima dello scoppio del primo ordigno. - racconta - Stavo ritirando una bottiglia d’acqua, poi il boato e alle nostre spalle la colonna di fumo. Era chiaro fosse un’esplosione ma non è stato possibile capire di che natura. Dopo 10/15 secondi abbiamo sentito la seconda e a quel punto c'è stato un po’ di panico e molti podisti hanno cominciato a correre.  Ho sentito subito il bisogno di rassicurare mia sorella. Sono riuscita a ritirare la mia borsa senza problemi, ma non è stato possibile telefonare almeno per 10 minuti. Gli assistenti e i volontari sono stati bravissimi nel far mantenere la calma. Paradossalmente sono riuscita a ritirare anche la medaglia. Il panico e la preoccupazione sono aumentati mano a mano che sentivamo ambulanze e polizia correre verso il traguardo dove sono avvenute le esplosioni.
Un podista del nostro gruppo purtroppo si è trovato proprio in mezzo tra la prima e la seconda bomba. Aveva figlia e moglie sul traguardo che lo stavano salutando, per lui è stato decisamente più scioccante vedere i feriti e il fuggi fuggi generale. Avevamo il timore che dopo la seconda esplosione ce ne potessero essere altre”.

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A mente fredda che sensazioni hai provato? “Subito dopo aver tagliato il traguardo non ho avuto molta paura perché non ho avuto il tempo per realizzare. A distanza di un giorno, invece, sembra ancora surreale che sia successa una cosa così orribile. Poteva succedere ad ognuno di noi, è una questione di minuti: un ristoro in più o in meno, un dolore e cambi la velocità e arrivi con una differenza di tempo che, in questi casi, può essere fatale. Boston è una città bellissima, anche se oggi non sembra una città a pieno ritmo. È davvero ignobile colpire in questo modo. Gli americani però sono fantastici in questo e sanno reagire subito. Credo che la paura ci sia ma la voglia di reagire qui sembra sempre più forte di tutto”.

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