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Cronaca

Agguato all’arcivescovo Betori, l’intercettazione: “Sì eravamo in tre”

Dopo la chiusura delle indagini sull'agguato all'arcivescovo Betori sono state messe agli atti le intercettazioni. "Eravate in tre?" chiede l'interlocutore a Baschini: "Sì in tre"

La procura di Firenze ha chiuso le indagini sull'agguato avvenuto il 4 novembre in curia a Firenze quando un uomo minacciò con una pistola l'arcivescovo Giuseppe Betori e poi sparò, ferendolo, il suo segretario don Paolo Brogi. Agli atti ci sono alcune intercettazioni ambientali. In una, l'unico indagato, Elso Baschini, 73 anni, accusato di tentato omicidio, conversando in questura a Firenze il giorno dell'arresto, dice a un testimone: "Sono uscito, non mi ha visto nessuno". - "Sul giornale - gli risponde l'interlocutore - c'era scritto che c'era una filippina col suo marito che fanno badanti qui" - "Era un bel colpo" - "Sì ma loro appena hanno sentito hanno chiamato" - "tre minuti e c'era già una" - "Sì hanno sentito, poi c'era, è arrivata anche la polizia, se non c'aveva la catena chiusa, l'ha bloccato, loro non c'avevano le chiavi". In altri stralci di intercettazioni pubblicati nelle edizioni locali di alcuni quotidiani, Baschini spiega: "Quei due non li hanno visti, erano fuori, lui, il vescovo ha detto che era uno". "Eravate in tre?", chiede l'interlocutore. "Sì in tre", risponde Baschini che, più tardi, spiega che "bisogna avere coraggio per fare queste cose", ricevendo come risposta: "Il coraggio va usato bene, però, non da testa di minchia". Baschini si è sempre professato innocente. Il suo difensore, l'avvocato Cristiano Iuliano, ha spiegato che "le intercettazioni non sono chiare, si capisce poco e male, sono molto frammentate e con molti passaggi definiti 'incomprendibili' dagli stessi trascrittori. Per valutarle serve chiarezza, credo che sarà necessaria una perizia che possa valutarla tecnicamente meglio".(Ansa)
 

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