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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Ataf Servizi verrà venduta ai privati al 100%, manca solo l'ufficializzazione

L'advisor ha consigliato di vendere tutto il pacchetto di Ataf servizi. Già domani ci potrebbe essere il tavolo dei Comuni che hanno partecipazioni nell'azienda. I sindacati promettono battaglia

atafAtaf sarà tutta privata, almeno per quanto riguarda la gestione dei servizi, il personale e la flotta dei bus. La cosa non è ancora ufficiale ma è praticamente fatta, manca solo la firma tra i nove comuni soci e proprietari dell’azienda. La voce (inaspettata?) è giunta d’improvviso ieri, appena terminata la tavola rotonda tra i soci e l’advisor. La discussione tra i sindaci si è incentrata attorno ai risultati emessi dagli studi legali incaricati di produrre un documento esplorativo sulla condizione economica dell'azienda, e sulle possibili e più fattibili strade da percorrere. In questo caso l’advisor ha parlato chiaro: per rendere più “appetibile” l’azienda dei trasporti è necessario vendere l’intero pacchetto. I sindaci pare che all’unanimità abbiano sposato questa via.

Per adesso sono solo accordi verbali, ma da questi a passare al nero su bianco il passo sarà breve, brevissimo; già domani Matteo Renzi (Palazzo Vecchio detiene la maggioranza assoluta del pacchetto azionario) e gli altri sindaci potrebbero mettere la loro firma in calce all’accordo. Si verrebbero a determinare così due società ben distinte: una completamente pubblica, Ataf Reti, l’altra, Ataf Gestioni Srl l’esatto contrario, privata al 100%. Sulla prima confluirà tutto il debito strutturale dell’attuale società (tra i 12,5 ai 14 milioni di euro) e sarà studiata per gestire l’intero patrimonio immobiliare, dalle sedi, ai depositi, alle pensiline. La parte privata, gestirà il servizio, così come il personale (autisti e controllori) ed l’intera flotta dei bus.

PROSSIMI CAPITOLI -  Se domani, durante l’assemblea dei soci, i sindaci daranno il via libera definitivo alla proposta, il lavoro l’advisor passerà da una fase di analisi ad una operativa: condurrà cioè l’azienda in questo delicato e storico passaggio attraverso la stesura del bando che determinerà la gara europea dei possibili acquirenti. L’advisor ha ipotizzato due diversi step per la vendita del pacchetto trasporti: una prima parte riguarderà l’acquisto vero e proprio di Ataf Gestioni; la seconda scatterebbe nell’eventualità che il compratore vincesse anche la gara regionale per il gestore unico dei trasporti. In questo caso la vendita subirebbe un sovraprezzo che l’acquirente dovrebbe versare sulle casse dei Comuni soci, un premio economico che i privati riconoscerebbero al pubblico per aver fatto da trampolino di lancio per la scalata regionale. Tutto, quindi, sembra ruotare attorno alla gara regionale anche se le date del bando sono ancora incerte , c’è chi parla di fine 2011 chi di inizio 2012. Gli interessi sono altissimi, e Ataf potrebbe giocare un ruolo decisivo per i papabili partecipanti, a partire dai francesi della Ratp.

SINDACATI -  Delusione ed amarezza da parte dei vertici della RSU aziendale, che fino all’ultimo hanno sperato che i Comuni non arrivassero a questa decisione. “Siamo molto amareggiati – confessa Massimo Milli, vice coordinatore per Filt Cgil della rsu – anche perché ci è stato negato di esprimere il nostro parere, ed abbiamo saputo tutto a case fatte, a mezzo stampa; e dire che c’era un accordo con il sindaco Renzi per un ulteriore incontro preventivo a qualsiasi decisione”. Il nodo su cui punta forte la Rsu è l’esito del secondo quesito referendario. Il voto rappresenta un appiglio fortissimo su cui i sindacati intendono appigliarsi a mani doppie. “Questo è un ceffone – fanno sapere i sindacalisti in una nota – dato ai  lavoratori di ATAF ed ai cittadini, i quali, con quasi il 70% di affluenza,  non più di 2 settimane fa si sono  espressi con il voto al referendum contro l’ingresso dei privati nella gestione di beni e servizi pubblici. Lo stesso Sindaco di Firenze aveva invitato a votare NO, ricevendo in cambio un sonoro schiaffone. La volontà e l’espressione democratica del popolo, per i padroni delle nostre città, è acqua calda”. Dai sindacati un avvertimento quindi, la loro “lotta” non si fermerà. Dalle indiscrezioni emerse oggi, pare, che siano pronti a portare la vertenza fin sui banchi dei tribunali, sempre ci sia la possibilità giuridica.

“A questo punto vorrei fare una domanda alla maggioranza ma soprattutto PD regionale, metropolitano e cittadino – conclude Massimo Milli – dove sono finiti gli accordi presi in questi mesi con il partito, e perché dopo la scelta di ieri nessuno del PD ha mosso un dito o ha manifestato perplessità? Qualcosa non torna”. Sullo steso tesso tono si conclude anche la nota sindacale che si interroga sul perché il PD a Roma stia raccogliendo “firme per una petizione popolare contro la vendita di Atac proposta dalla giunta di centro destra; la quale tra l’altro,  sembra in piena sintonia politica con i progetti della giunta Renzi”.
 

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