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Cronaca

Doppi incarichi Ataf: la Corte dei Conti indaga su Bonaccorsi

L'ex presidente e dg nel mirino dei magistrati. Nel caso coinvolti anche i sindaci dei comuni soci. Donzelli: "E Renzi? E' lui il responsabile". Grassi: "Un uomo solo al comando per privatizzare"

Mezzo milione di euro di danno erariale. E’ la cifra che contesta la Corte dei Conti della Toscana all’ex numero uno dell’Ataf Filippo Bonaccorsi e ad altri dirigenti e componenti del Cda dell'azienda, oltre all'ex assessore alle partecipate di Palazzo Vecchio (Angelo Falchetti) e a cinque degli ex otto sindaci dei Comuni soci della fu Ataf pubblica (Luciano Bartolini, Bagno a Ripoli; Ida Beneforti, Impruneta; Simone Gheri, Scandicci; Gianni Gianassi, Sesto Fiorentino; Fabio Incatasciato, Fiesole). A riportare la notizia è oggi il Corriere Fiorentino.

Il procuratore regionale Andrea Lupi, secondo quanto riporta il quotidiano, avrebbe inviato nei giorni scorsi venti inviti a dedurre. Motivo della contestazione il doppio ruolo ricoperto da Bonaccorsi, nominato nel luglio 2009 presidente dal comitato direttivo dell'azienda, incarico retribuito con 60 mila euro lordi l’anno, e quello di direttore generale dieci giorni dopo. Il compenso aggiuntivo stabilito è di 80 mila euro lordi annui, oltre a premi incentivanti (40 mila euro l'anno) e premi per il raggiungimento del pareggio di bilancio con prospettiva stabile (altri 50 mila euro).

In più il danno riguarderebbe decine di migliaia di euro di premi pagati in più a dirigenti e quadri nel 2010. Le Fiamme gialle contesterebbero inoltre a Bonaccorsi di aver percepito illegittimamente anche 75 mila euro nella veste di rappresentante legale di Li-nea. A chiedersi perché nella vicenda non sia indagato anche Matteo Renzi è Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia: “La responsabilità sulla gestione degli incarichi dirigenziali dell'azienda fiorentina dei trasporti Ataf non può che essere dell’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, il cui Comune era, prima della privatizzazione, socio di maggioranza. Fu lui a volere con forza un solo uomo al comando per vendere l’azienda. Basta andare a cercare le dichiarazioni dell’allora sindaco Matteo Renzi, rese perfino in conferenze stampa, per sapere che fu lui stesso a volere un solo dirigente in Ataf e a scegliere personalmente Bonaccorsi, che tra l’altro oggi lavora con lui a Palazzo Chigi come responsabile dell’edilizia scolastica”.

Donzelli tira in ballo anche Maria Elena Boschi, che si è "fatta conoscere da Renzi proprio grazie ad una dettagliata relazione sulle scelte da operare per la privatizzazione dell’azienda del trasporto pubblico locale". Duro anche il consigliere comunale Tommaso Grassi (Firenze riparte a Sinistra): “Viene confermata la sensazione che la privatizzazione di Ataf fosse stata condotta dalla politica di Palazzo Vecchio e dal Sindaco Renzi affidando ad un solo uomo, Bonaccorsi nel caso, tutti i poteri amministrativi e gestionali, con l'affidamento di doppi e tripli incarichi ben retribuiti da maxi stipendi, così da puntare dritti alla privatizzazione di Ataf senza rischiare di avere titubanze e possibili contrattempi”.

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