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Cronaca

Prostituzione, l’ex assessore Mattei: “Ignoravo che la mia amica fosse una escort”

L'ex assessore al traffico ricostruisce in una lettera aperta il rapporto con l'ex modella 42enne che avrebbe fatto sesso con un funzionario del Comune. L'assessore parla dei problemi di salute che l'hanno costretto a dimettersi

Firenze ed escort. Il polverone è stato alzato da un'inchiesta della polizia postale e la coltre di nebbia comincia ad avvolgere l'intera città. Dibattito serrato e pieno di spine tanto che il consigliere Pdl di Palazzo Vecchio, Jacopo Cellai, scrive su facebook: “Riapriamo le case chiuse. Diamo un calcio all'ipocrisia”. Un'ipotesi portata avanti anche dal comitato di Novoli che, già 2011 chiedeva al sindaco Renzi di adottare un modello di gestione della prostituzione per far sì che le lucciole non invadessero i marciapiedi.

Intanto a scaldare la piazza fiorentina rimangono le intercettazioni che hanno rivelato un rapporto sessuale tra una escort, 42enne romena, e un funzionario di Palazzo Vecchio dentro un ufficio del Comune. Ieri alcuni quotidiani hanno scritto che l’ex modella, ‘regina’ delle escort, aveva alloggiato a titolo gratuito in una casa affidatale da una cooperativa legata all’ex assessore Massimo Mattei. Quest’ultimo, dimissionario dalla giunta Renzi per motivi di salute, ieri ha diffuso una lettera aperta per ricostruire i rapporti intercorsi con la 42enne. “Vero è che verso la fine del 2011 - scrive nella sua lettera aperta - le è stata messa a disposizione un'abitazione, temporaneamente vuota, che, come altre, le aziende, in passato, utilizzavano per dare temporaneamente alloggio, ciclicamente, a decine dei propri dipendenti. Tengo a precisare che le aziende operano solo ed esclusivamente nel settore privato e non hanno nessun appalto pubblico: questo è bene ribadirlo in un momento nel quale la politica è associata al sospetto".  LA LETTERA DI MATTEI

CONTINUANO LE INDAGINI SUGLI ALBERGHI

Quanto "all'ex mio collaboratore (coinvolto per l'uso di un cellulare del Comune da cui sarebbero partite chiamate verso il giro 'a luci rosse', ndr), fino a prova contraria, credo alla sua parola, e riconfermo che è stato un valido aiuto, un amico presente, e sono convinto che tanta parte dell'Amministrazione Comunale possa confermare l'idea positiva, che io mi ero fatto, sul suo operato e sulle sue qualità".

Mattei si è soffermato sulle condizioni di salute che lo hanno costretto a dimettersi: "Voglio precisare che da mesi non stavo bene, le tante persone a me vicine - e le tante che ancora lo sono - possono confermare quanto sia stato difficile e gravoso portare avanti il mio lavoro negli ultimi tempi. Certamente le voci e qualche cattiveria sussurrata non mi hanno aiutato a stare meglio. Ho preso infine una decisione sofferta, che certo non fa parte della tradizione italiana: quella di fare un passo indietro. L'ho fatto per me, per la mia famiglia e perché credo che dopo quattro anni sui quali nessuno potrà dire che mi sono risparmiato nell'impegno verso la mia città, verso il mio sindaco ed il mio partito, sia davvero arrivato il momento di 'staccare' e di pensare, finalmente, soltanto a curarmi".

"Vivo giorni difficili. Fisicamente e moralmente - ha scritto ancora Mattei - Credo però che nella sincerità di un rapporto come quello che ho sempre avuto con Firenze, pur con forze molto più limitate di prima, vorrò affrontare in prima persona questa vicenda che, per i toni che ha assunto, ancor più mi amareggia". Ieri in procura è stato ribadito che, nell'ambito dell'inchiesta a luci rosse sulle escort per 'vip' fiorentini coordinata dal pm Giuseppe Bianco, non è emerso nessun addebito a carico dell'ex assessore Massimo Mattei.

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