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Cronaca

Infanzia, non ci sono supplenti e la scuola 'chiude' per assemblea: "Famiglie penalizzate, soprattutto le meno abbienti"

I genitori della Marconi chiedono di non perdere le lezioni nei casi, legittimi, di assemblea sindacale. La preside: "Le risorse sono quelle che sono"

C'è assemblea sindacale e la scuola, di fatto, 'chiude'. L'ultima volta è successo proprio ieri, lunedì 6 marzo. A protestare per il grosso disagio che il fatto comporta ai genitori, sono mamme e babbi della scuola d'infanzia Marconi di via Zobi, in zona Statuto e parte dell'istituto comprensivo Rosai, di cui fanno parte anche due elementari (Rodari e Marconi) e una media (Rosai).

"Le assemblee sono del tutto legittime e ovviamente, teniamo a dire, siamo d'accordo che vengano fatte. Chiediamo però un'organizzazione diversa della gestione delle classi e del personale, così che la scuola non debba chiudere in talil occasioni", spiega Federica Sazzini, rappresentante dei genitori della sezione rossa e madre di due bimbi.

"Per ogni assemblea i bambini entrano due o tre ore dopo e tante famiglie, dove entrambi i genitori lavorano, dove non ci sono i nonni o dove la spesa per la baby sitter è un lusso, vanno in grande difficoltà", prosegue Sazzini.

Quest'anno la 'sua' classe ha saltato undici ore, suddivise in quattro giorni. Una lettera, firmata da diversi genitori, è stata inviata alcune settimane fa alla dirigente scolastica, Rita Trocino.

La richiesta dei genitori

"Fermo restando che le assemblee sindacali sono un diritto del lavoratore e che è altresì un diritto poterle frequentare all'interno dell'orario di lavoro, è anche vero il fatto che le assemblee, a differenza degli scioperi, non hanno l'obiettivo di creare disagio. Trovare una soluzione temporanea per ospitare un bambino piccolo per una manciata di ore è oltremodo difficile per tutti quei genitori che lavorano e che non hanno una rete familiare vicino. Un bambino di tre anni non è un pacco che possa essere parcheggiato da qualche parte per tre ore. I genitori, consapevoli che le assemblee sindacali sono un diritto, chiedono però una maggiore attenzione alle esigenze delle famiglie", si legge nella missiva.

Alla dirigenza scolastica si chiede di predisporre "un sistema virtuoso per poter comunque accogliere i bambini all'orario normale di ingresso a scuola, ad esempio smistando i bambini in altre classi o prevedendo una supplenza. Ottenere un elevato numero di ore di permesso non è spesso semplice, e talvolta addirittura impossibile".

La risposta della preside

"Sostituire i docenti assenti non è facile, poiché le graduatorie delle supplenze sono esaurite e ricorriamo alle 'Mad', Messa a disposizione di docenti non presenti in graduatoria, oppure spostiamo personale del plesso della primaria, quando possibile. Mi rendo conto del disagio, ma la situazione delle sostituzioni è molto complessa. Disponiamo di pochi nominativi, chiamati anche da altri istituti", la risposta della preside Trocino. "Facciamo quello che possiamo, le risorse per la scuola pubblica in Italia sono quelle che sono", si limita ad aggiungere la dirigente, contattata al telefono.

La testimonianza

"Abbiamo due bimbe, di tre e quattro anni e mezzo. I nonni non ci sono, io lavoro ad un forno di pasticceria e mio marito è muratore, non possiamo fare 'smart working' da casa. Per noi prendere permessi è molto difficile e la baby sitter è una spesa difficile da sostenere", conferma Gerta, madre di origini albanesi di una bimba che frequenta la Marconi.

"Un sistema che non aiuta le famiglie"

"Il problema è a monte - si sfoga la rappresentante dei genitori -. Viviamo in un sistema che non aiuta le famiglie con bambini. Fa rabbia che si mettono in difficoltà proprio le famiglie che per reddito e classe sociale hanno più bisogno, quelle alle quali la scuola pubblica dovrebbe assicurare un servizio. Dato che la legge prevede dieci ore per lavoratore, una classe con due insegnanti può saltare fino a venti ore in un anno e il problema diventa grande".

"Possibile - conclude Sazzini -, che gli ospedali non si fermino per assemblea sindacale, non si fermano le industrie, ma le scuole sì?". Una bella domanda, che certo valica i confini della Marconi e di Firenze. Per la cronaca, l'assessora comunale all'educazione di Palazzo Vecchio, Sara Funaro, contattata tramite l'ufficio stampa, in merito alla vicenda non ha voluto rilasciare commenti.

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