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Venerdì, 19 Aprile 2024
Oltrarno

Costa San Giorgio, dall'ex ministro a decine di professori italiani ed europei: "Fermate il resort extra lusso"

Previste oltre 130 camere e decine di posti auto, oggi le votazioni decisive in consiglio comunale

Fermare lo il progetto per il nuovo maxi resort extra lusso in Costa San Giorgio. L'ultimo appello dell'associazione Idra è arrivato nei giorni scorsi e ha visto la sottoscrizione di decine tra professori ed intellettuali, a partire dall'ex ministro dei Beni Culturali ed ex sovrintendente di Firenze Antonio Paolucci.

La vicenda è quella dell'ex caserma Vittorio Veneto, scuola di sanità militare per la precisione. Siamo all'inizio di Costa San Giorgio, in Oltrarno, a due passi da Ponte Vecchio, in una delle zone più belle e più pregiate di Firenze, adiacente al giardino di Boboli.

Là sorgerà un nuovo maxi resort di lusso, ad opera del magnate argentino Lowenstein, con oltre 130 camere e decine di posti auto, da scavare in quella che un tempo veniva chiamata "la collina delle Rovinate", nome che la dice lunga sulla delicatezza dell'area e del terreno (il progetto di ascensore a cremagliera, contestatissimo, alla fine è invece stato fermato).

Il nuovo appello di Idra, associaizone ambientalista che da anni si batte, tra le altre cose, per una nuova destinazione d'uso dell'area, chiede "l’azzeramento delle proposte di delibera della giunta comunale e per l’attivazione di una nuova procedura finalizzata al restauro" degli ex conventi, poi divenuti scuola di sanità militare, dove dovrebbe sorgere la nuova residenza per turisti ultra facoltosi.

Nell'appello si sottolinia il "prezzo di saldo, circa 1100 euro a metro quadro di superficie costruita, alla quale si aggiungono cortili e giardini per un totale di tre ettari" al quale è stato venduto il bene e si sottolinea come "le peculiarità eccezionali del complesso, la fragilità idrogeologica, le gravi difficoltà di accesso non sono state adeguatamente considerate, e il Comune ne disciplina la trasformazione come se fosse un banale intervento di ristrutturazione edilizia".

"Le 135 camere dell’hotel - si legge ancora - comporterebbero inevitabilmente lo sminuzzamento degli spazi e l’alterazione di gran parte delle strutture architettoniche. Lo sventramento previsto per ospitare parcheggio sotterraneo, servizi e percorsi di accesso comprometterebbe seriamente la stabilità degli edifici e la continuità della falda che alimenta le fontane e gli invasi del giardino di Boboli. Non è contemplata un’adeguata accessibilità pubblica alle ricche risorse artistiche a vantaggio di un ghetto di lusso sigillato e impermeabile".

"Facciamo appello affinché sia revocato il procedimento in atto e venga finalmente attivato quel processo di partecipazione, finora respinto nonostante l’assenso della Regione Toscana, ai fini dell’elaborazione e dell’adozione di uno strumento attuativo di analisi dettagliata e di corretto recupero dell’area, con regole vincolanti per il successivo progetto architettonico di restauro degli edifici e degli spazi aperti da parte dell’operatore privato. Solo innovando profondamente la procedura, il metodo e la gestione  della progettazione pubblica si può arrivare infatti a mitigare l’errata scelta politica di partenza di vendere a privati uno dei beni più importanti del patrimonio della città", la conclusione.

Decine e decine i firmatari dell'appello. Tra gli altri, oltre al già ricordato Paolucci, hanno firmato, solo per ricordarne alcuni, Paolo Baldeschi, professore di urbanistica all'Università di Firenze; Laura Baldini, già dirigente MIBAC, Paul Barolsky, storico dell’arte, University of Virginia; Gianluca Belli, prof. ordinario di Storia dell’architettura, Università di Firenze; Mario Bencivenni, Scuola di Specializzazione Restauro dei Monumenti e del Paesaggio, Università di Roma; Amos Cecchi, saggista, già assessore del comue di Firenze; Paul Richard Corner, professore ordinario di Storia dell'Europa, Università di Siena, Senior Fellow, St. Antony's College, Oxford; Andrea De Marchi, professore ordinario di Storia dell'arte medioevale Università di Firenze; Claudia Echinger-Maurach, storico dell’arte, Università di Münster, Germania; Giovanni Maria Fara, professore ordinario di Storia dell'arte moderna, Università Ca' Foscari di Venezia; Antonio Floridia, politologo, dirigente della Regione Toscana; Marco Geddes da Filicaia, già assessore al Comune di Firenze; Margaret Haines, Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, Senior Research Associate Emerita; Anna Marson, professoressa ordinaria di Pianificazione del territorio, Università IUAV Venezia; Mariarita Signorini, già presidente nazionale di Italia Nostra, ora Vicepresidente Toscana; Beatrice Sica, professoressa associata, University College London; Antonella Trocino, presidente dell'Associazione Beni Comuni "Stefano Rodotà"; Samuel Vitali, redattore responsabile delle Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz; Andrea Bagni, insegnante in pensione, membro del coordinamento di Firenze Città Aperta e ovviamente Girolamo Dell’Olio, presidente dell’Associazione di volontariato Idra. Da sempre contrario al progetto del resort di lusso anche lo storico dell'arte Tomaso Montanari.

Nei giorni scorsi sul Corriere della Sera è andato in scena un botta e risposta tra l'attuale amministrazione Nardella e l'amministrazione del sindaco Domenici, sindaco quando nel 2003 fu deciso - per volontà dell'allora governo Berlusconi ha ricordato l'ex primo cittadino -, il passaggio dallo Stato al privato. L'attuale amministrazione scarica la responsabilità sulle giunte precedenti mentre l'ex sindaco ha ribattutto che l'effettiva vendita al privato c'è stata solo nel 2015 e che quindi (in quel momento era già sindaco Nardella) l'operazione avrebbe potuto essere fermata.

Ieri sulle pagine di Repubblica Firenze l'attuale soprintendente Andrea Pessina ha detto che la soprintendenza di Firenze "valuterà con estremo rigore l'intervento per il resort in Costa San Giorgio" e che "vieterà qualsiasi profonda trasformazione che snaturi l'immobile, consentendo solo atti filologici di restauro".

Oggi, lunedì 13 dicembre, sono attese le votazioni finali in consiglio comunale per dare il via libera alla trasformazione della struttura. Al voto due delibere: la variante al regolamento urbanistico e l'approvazione del progetto unitario convenzionato. Nella maggioranza non mancano i mal di pancia, ma l'ok alle due delibere da parte di Pd e Lista Nardella pare scontata.

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