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Cronaca

Processo d'appello, Schettino non c'è: "Troppa pressione"

E' iniziato oggi a Firenze ma l'ex comandante, condannato a 16 anni in primo grado, non si è presentato

Si è svolta oggi a Firenze la la prima udienza del processo d'appello che vede imputato l'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, che però non era presente in aula. Tra i motivi dell'assenza, la pressione mediatica.

"Auspica che il centro dell'attenzione sia la ricerca della verità, non l'analisi della sua persona. Sarà presente se la Corte lo riterrà", lo ha difeso Saverio Senese, uno degli avvocati che assistono l'ex comandante della Costa Concordia.

L'avvocato di Schettino ha chiesto perizie e approfondimenti ulteriori per "individuare tutte le responsabilità. Ve ne sono gravi che non sono ascrivibili a Schettino". L'altro legale di Schettino, Donato Laino, chiede di chiarire il ruolo del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin: "Non si trova, è sparito nel nulla".

Per quanto riguarda i risarcimenti, Costa Crociere ha fatto sapere che "quelli di primo grado sono stati quasi tutti chiusi. Ne restano pochi, ancora aperti, che riguardano per lo più il Comune dell'Isola del Giglio, come parte civili, e i naufraghi rappresentati da un'associazione".

Per il disastro del naufragio della Costa Concordia, avvenuto nel gennaio del 2012 e per il quale morirono 32 persone, Schettino è stato condannato in primo grado dal tribunale di Grosseto a 16 anni di carcere per omicidi plurimi colposi, disastro colposo e abbandono di persone minori o incapaci.

In merito alla condanna in primo grado di Francesco Schettino e all'entità dei risarcimenti stabiliti, l'avvocato della Costa Crociere, Marco De Luca, ha detto che "non abbiamo pressoché nulla da obiettare, ne rispettiamo l'impianto".

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